È accusato di tortura, violenza sessuale di gruppo e lesioni su un compagno di cella 17enne. Ieri ha scelto di restare in silenzio davanti al giudice il 18enne che assieme a due minori, avrebbe inflitto alla vittima "con crudeltà" gravi "e reiterate violenze" un "trattamento inumano e degradante". Il fatto avvenne quattro mesi fa nel carcere minorile Beccaria, quando l’ivoriano, tra l’altro poi arrestato ancora ad ottobre in un’inchiesta sulla crew dei trapper Simba La Rue e Baby Gang, era già detenuto al Beccaria e da pochi giorni maggiorenne.
Da qui l’ordinanza di custodia in carcere firmata dal gip Guido Salvini, su richiesta del pm Rosaria Stagnaro nelle indagini della Squadra mobile, mentre sui due presunti complici minori procede il Tribunale per i minorenni. La sera del 7 agosto, si legge negli atti, "avvicendandosi nella sorveglianza della porta della cella e nell’inflizione delle sevizie", dopo aver sorpreso la vittima "nel sonno" durante il cambio turno del personale penitenziario, i tre avrebbero sottoposto il ragazzo ad una serie di abusi sessuali, con morsi e anche una sigaretta spenta sul volto. La vittima delle violenze ha messo a verbale che "quanto patito gli aveva fatto riaffiorare alla mente i maltrattamenti subiti durante il viaggio affrontato dalla Libia per raggiungere l’Italia".
Il gip fa presente che il 18enne Gnagne Lath, detto Nesco, arrivato in Italia quando aveva 12 anni, "è già stato condannato per i reati di rapina, tentata estorsione e minaccia" e fa parte "con il ruolo di gregario violento, della banda di trapper". E ha dimostrato "una elevata crudeltà nell’usare violenza e nel procurare atroci sofferenze". Il giovane ha detto solo che lavora nel campo degli eventi musicali e della sicurezza per Simba La Rue.