Milano – Ai carabinieri che l’avevano appena arrestato, non ha avuto troppo da dire: “Non ricordo nulla, ero completamente fatto”. Non ricorda di aver semidistrutto la sua abitazione, completamente fuori di sé. Non ricorda di aver impedito a una ragazza di andare via di casa, chiudendo la porta a chiave. E non ricorda neppure di averla palpeggiata contro la sua volontà, di averla sbattuta sul pavimento e di aver provato a violentarla.
L’uomo, un quarantenne bengalese titolare di un negozio di alimentari, è stato ammanettato dai militari del Radiomobile con l’accusa di sequestro di persona e violenza sessuale: d’intesa con il pm di turno Mauro Clerici, è stato portato in carcere a San Vittore, in vista dell’udienza di convalida davanti al gip.
La vittima ha riportato traumi che richiederanno più di 40 giorni per rimarginarsi, al netto dello choc per l’aggressione e la mattinata di follia di cui è stata suo malgrado protagonista. La ricostruzione della vicenda ci riporta alla notte scorsa: la ventunenne e un’amica coetanea, entrambe residenti in un’altra provincia lombarda, sono a Milano per andare in uno dei locali più noti della movida di corso Como e dintorni. Lì conoscono il quarantenne e un amico e trascorrono parte della serata con loro.
All’orario di chiusura, il bengalese offre ospitalità alle due amiche nell’appartamento di via De Sanctis dove vive: le ventunenni accettano. Così i quattro raggiungono lo stabile in zona Stadera, ma nel giro di poco tempo la situazione degenera: il padrone di casa, stando a quanto finora accertato dagli investigatori, assume droga (le banconote arrotolate fanno pensare a qualche sniffata di cocaina) e beve superalcolici. Lo scenario cambia completamente: il quarantenne, del tutto fuori controllo, inizia a danneggiare mobili e suppellettili, spaventando i suoi ospiti. L’amico se ne va, seguito a stretto giro da una delle ventunenni.
Anche l’altra cerca di allontanarsi, ma il bengalese glielo impedisce in maniera risoluta: richiude la porta e si infila le chiavi nella tasca dei pantaloni. Poi scatena tutta la furia nei confronti della ragazza, terrorizzata e ormai in balìa dell’aguzzino: ai militari racconterà di essere stata colpita con violenza con una sedia e di essere stata palpeggiata nelle parti intime, baciata nonostante i suoi “no”, morsa e infine scaraventata a terra. L’uomo le è addosso, ma lei riesce in qualche modo a divincolarsi dalla morsa e a scappare in un’altra stanza.
Nel frattempo, alcuni inquilini del palazzo, preoccupati per le urla e i fortissimi rumori, chiamano il 112. Arrivano i militari del Radiomobile, ma il quarantenne non vuole saperne di aprire. I vigili del fuoco issano un’autoscala fino al quinto piano e consentono agli investigatori dell’Arma di entrare dalla finestra e di immobilizzare il quarantenne. La ragazza, col volto tumefatto e visibilmente dolorante alla schiena, viene soccorsa dai sanitari di Areu e portata in ospedale. L’uomo finisce prima negli uffici della caserma Montebello e poi a San Vittore.