NICOLA PALMA
Cronaca

Violenza sessuale a San Vittore, psicologa aggredita in bagno: “Ti taglio la gola”. In manette un detenuto recidivo

Alessandro Merico ha minacciato la donna con una lametta. Poi l’intervento degli agenti. Nell’aprile del 2016 approfittò di un permesso premio da Bollate per abusare di una sedicenne ad Assago

Uno degli ingressi del carcere di San Vittore dove si è consumata la violenza sessuale ai danni della psicologa

Uno degli ingressi del carcere di San Vittore dove si è consumata la violenza sessuale ai danni della psicologa

Milano – È tornato a colpire dopo 9 anni. Nel 2016, approfittò di un permesso premio da Bollate per abusare di un’adolescente. Quattro giorni fa, il detenuto Alessandro Merico ha violentato una psicologa a San Vittore. La ricostruzione del raid, che si è concluso con l’arresto in flagrante del trentottenne, ci riporta alle 11.40 di lunedì, al quarto piano di via Filangieri: lì la professionista deve incontrare alcuni reclusi, nel reparto protetti.

Tutte le camere sono occupate, e a quel punto Merico, con mansione da lavoratore "scrivano" (addetto alle pratiche burocratiche del settore che gli è stato assegnato), le suggerisce la sala "barberia". Appena l’agente di sorveglianza si allontana per andare a chiamare il detenuto che deve sostenere il colloquio, il trentottenne dice alla donna di seguirlo in bagno per recuperare alcune sedie. Merico chiude la porta dietro di sé, tira fuori una lametta e la punta contro la psicologa. "Non vi siete comportati molto bene con me", dice l’uomo. "Noi?", risponde stupita lei. "Ti taglio la gola", la minaccia. "Secondo come ho compreso – metterà a verbale la vittima – la sua intenzione era utilizzarmi come ostaggio. A questo punto, ha guardato fuori tramite il plexiglas della porta del bagno e poi mi ha chiesto se avevo paura. “Onestamente un pochino sì", gli ho risposto". Una frase volutamente "ponderata perché avevo il timore che ponesse in essere azioni violente, anche perché lo vedevo molto agitato e tremante". Così avviene: Merico si avventa sulla donna e cerca di costringerla più volte ad avere un rapporto sessuale; prova a sfilarle i pantaloni, la strattona.

La vittima si oppone con tutte le sue forze, fin quando riesce a spingere il trentottenne e a scappare verso il cancello blindato. Le urla di aiuto richiamano subito l’attenzione di altri detenuti e degli agenti, che aprono la porta e bloccano Merico. "Volevo uscire da questo istituto e volevo cambiare carcere. Volevo fare il “pazzo” per essere trasferito", si è giustificato l’uomo, difeso dall’avvocato Gabriele Caputo. E il tentativo di stupro, nella sua versione, rientrava in quel "qualcosa di eclatante" da mettere in scena per ottenere il trasferimento da San Vittore. Come richiesto dalla pm Daniela Bartolucci, il giudice Alberto Carboni ha convalidato l’arresto per violenza sessuale e sequestro di persona e disposto la misura della custodia in cella per Merico, a Sassari però: "L’indagato ha dimostrato di non saper contenere i propri impulsi nemmeno all’interno di una struttura detentiva".

Dal passato spunta un precedente inquietante: il 28 aprile 2016, durante un permesso premio, l’allora ventinovenne pedinò una sedicenne che stava rientrando a casa, ad Assago, la costrinse a subìre atti sessuali contro la sua volontà e rubò 100 euro dall’abitazione. Fu condannato in abbreviato a 6 anni e 8 mesi.