NICOLA PALMA
Cronaca

La studentessa violentata fuori dall’Alcatraz: “Uno mi ha messo le mani addosso e ha iniziato a palpeggiarmi brutalmente”

Molestie sessuali di gruppo a Milano, i verbali dell’universitaria fuorisede 19enne vittima del branco: dalla tentata rapina all’aggressione, il film dell’orrore. Il fidanzato 21enne: “L’ho afferrata e siamo scappati”. Arrestato un 36enne egiziano, identificato un complice

I carabinieri all’esterno davanti al parcheggio della discoteca Alcatraz a Milano, nelle vicinanze del quale è avvenuta l'aggressione e la violenza sulla giovane studentessa

I carabinieri all’esterno davanti al parcheggio della discoteca Alcatraz a Milano, nelle vicinanze del quale è avvenuta l'aggressione e la violenza sulla giovane studentessa

Milano, 16 gennaio 2025 –  “Abbiamo visto entrare in questo magazzino 10-12 persone”. Ore 4 dell’11 gennaio, Marta e Lorenzo (nomi di fantasia), 19 e 21 anni, escono dalla discoteca Alcatraz di Milano, percorrono pochi metri e si appartano nell’area di carico e scarico merci di un supermercato, vicino alle rampe d’ingresso del parcheggio interno. La coppia vede passare una decina di ragazzi: “Ci guardano e poco dopo vanno via senza far nulla”. Passano dieci minuti, e riecco lo stesso gruppo: inizia in quel momento un incubo che si chiuderà con l’intervento di un buttafuori del locale e dei carabinieri della stazione Garibaldi, che ammanetteranno il trentaseienne egiziano Mohamed Hassan Mansour N. con le accuse di tentata rapina e violenza sessuale. Un presunto complice, un connazionale ventenne residente in zona Navigli, verrà indicato dalla vittima qualche minuto dopo e identificato dai militari.

L’inchiesta sugli abusi

Le indagini sugli altri 8-10 in fuga sono ancora in corso: gli investigatori della Compagnia Duomo, guidati dal maggiore Gabriele Lombardo, stanno passando al setaccio filmati delle telecamere e profili social per dare un nome e un volto a tutti (anche con l’ausilio dei software per il riconoscimento facciale). “Quattro persone si sono avvicinate. Due di queste hanno cercato di mettere le mani nelle tasche prima al mio ragazzo e poi anche a me; successivamente, hanno cercato di strapparmi la borsa, ma io ho opposto resistenza e non ci sono riusciti”, il racconto messo a verbale quella notte dalla giovanissima studentessa universitaria fuori sede e riportato nell’ordinanza del gip Fabrizio Filice che ha convalidato l’arresto e disposto la misura cautelare del carcere per il trentaseienne residente in provincia di Bergamo.

Il raid e i palpeggiamenti

La rapina fallisce, ma parte del branco torna alla carica con ben altre intenzioni: “Uno di loro, in particolare, ha iniziato a mettermi le mani addosso, palpeggiandomi il seno in modo violento e anche i glutei”Lorenzo aggiunge altri particolari: "Il soggetto con il giubbotto di colore beige la palpeggiava in più zone. Il soggetto con il giubbotto bianco le palpeggiava il seno e l’interno coscia. Il tutto è avvenuto in pochissimo tempo, e arrivati a questo punto, dopo questi palpeggiamenti, afferravo Marta per poi scappare”.

Il grido d’aiuto

Le urla richiamano l’attenzione di un addetto alla sicurezza dell’Alcatraz: "Mi sono avvicinato per chiedere se fosse tutto a posto – riferirà ai carabinieri – e mi hanno detto che dei ragazzi avevano palpeggiato la ragazza. Poco dopo, tre soggetti ci sono passati davanti andando per via Valtellina, due vestiti di scuro e un terzo soggetto con jeans e giubbotto beige: i due vestiti di scuro sono scappati in monopattino e la ragazza mi riferiva che erano stati loro tre insieme ad altri a palpeggiarla; il terzo ha iniziato a correre a piedi. A quel punto, l’ho inseguito e bloccato e sono arrivate poco dopo le pattuglie dei carabinieri”. 

L’identificazione

Marta non ha dubbi: "Lo riconosco al 100%, è lui”. La diciannovenne viene soccorsa dai sanitari di Areu. Dopo essere scesa dall’ambulanza, vede passare altri tre ragazzi sul marciapiedi opposto e allerta di nuovo i militari: ce n’è uno, il ventenne egiziano, che inserisce nel gruppo di aggressori, sebbene non riesca ad attribuirgli precise responsabilità né sulla rapina né sui palpeggiamenti. H.R. viene fermato e identificato. Per il giudice, il trentaseienne arrestato in flagrante deve restare a San Vittore per via del “pericolo, concreto e attuale, che, in assenza di un valido presidio cautelare, continui nella realizzazione di condotte criminose inerenti reati predatori di tipo violento”.