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Torture al carcere Beccaria di Milano, agenti arrestati davanti al Riesame. Ronzulli: “Riprendiamo in mano la situazione”

Le udienze, chieste da tre delle difese, si terranno il prossimo 7 maggio. Intanto, la procura ha dato parere negativo ai domiciliari e gli inquirenti ascolteranno altri detenuti per altri episodi sospetti

Carcere Beccaria di Milano

Carcere Beccaria di Milano

Milano, 2 maggio 2024 – Si terranno il prossimo 7 maggio, le udienze davanti al Riesame di Milano chieste da tre delle difese degli agenti della polizia penitenziaria arrestati con le accuse, a vario titolo, di maltrattamenti e torture nei confronti di alcuni ragazzi del carcere minorile Beccaria.

In particolare, sono due gli arrestati che compariranno il prossimo 7 maggio davanti ai giudici per chiedere che sia rivista la propria posizione, mentre l'altro ricorso sarà discusso alcuni giorni dopo.

In attesa che il gip Stefania Donadeo si pronunci sulle richieste di domiciliari o revoca della misura chieste dalle difese di alcuni agenti arrestati, la procura ha dato parere negativo ai domiciliari, non solo per l'ipotesi di inquinamento probatorio e la gravita della accuse, ma anche perché la procura è intenzionata ad andare ancora a fondo sull'inchiesta.

Da lunedì prossimo gli inquirenti ascolteranno altri ragazzi del Beccaria, medici ed educatori per capire se ci sono altri episodi sospetti non ancora venuti alla luce. 

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Ronzulli: “Riprendiamo in mano la situazione”

“Il Beccaria è stato ferito da questo evento traumatico e serve in qualche modo rimetterlo in piedi. Io penso che ci sia e c'è stata da parte delle istituzioni e di questo governo una grande attenzione. Il governo ha mandato prontamente risorse in un carcere che da troppi anni aveva una gestione non proprio organica. C'è la volontà di riprendere in mano la situazione, dare delle regole e formare”, ha detto la senatrice e vicepresidente del Senato Licia Ronzulli a margine della sua visita al carcere minorile Cesare Beccaria di Milano dopo le indagini per le violenze sui detenuti.

Insieme a Ronzulli c'era il direttore della struttura Claudio Ferrari, il comandante degli agenti penitenziari Manuela Federico (che sarà sostituita dal 6 maggio da Daniele Alborghetti, ndr) e l'ex cappellano del Beccaria Don Gino Rigoldi. "Negli anni c'è stata sedimentazione e anarchia verso le regole» e si è creata «anche sfiducia” perché il personale “non stava più qui stabilmente ma cercava di tornare a casa. Un turn over così veloce che ha fornito un contesto sfociato, come abbiamo visto, nella violenza - ha aggiunto Ronzulli -. I ragazzi arrivano da contesti difficili e il percorso di rieducazione deve essere un vero percorso, non può essere soltanto una pena afflittiva”.