Nell’ultimo anno sono aumentate del 64% le misure cautelari emesse dal gip per i reati orientati dal genere, passando dalle 758 del 2023 alle 1.246 nel 2024. Un "deciso aumento", che emerge da un’analisi consegnata dal presidente del Tribunale Fabio Roia a una delegazione del Grevio (organismo tecnico del Consiglio d’Europa, incaricato di verificare l’attuazione delle disposizione della Convenzione di Istanbul) in visita a Milano lo scorso 30 ottobre. Stando ai dati, le sentenze dei processi per questo tipo di reati sono aumentate da 930 a 1089: per la sezione gip-gup il 67% sono di condanna (+9%), il 22% di non doversi procedere (-7%) e il 10% di assoluzione (-3%). Per il dibattimento, invece, con 482 sentenze contro le 541 dell’anno 2023 – dato che indica una maggiore definizione dei procedimenti avanti al gup con riti alternativi –, il 57% è di condanna (come gli anni precedenti), il 12% di non doversi procedere (-1 %), il 31 % di assoluzione (+1%). Nel 2024 sono stati irrogati complessivamente 798 anni di carcere, con un aumento del 12% rispetto all’anno scorso.
Per quanto riguarda le parti processuali, nella fascia d’età tra i 18 e 41 anni si registra il numero maggiore di condannati pari al 58,2%. Fra le persone offese (1.132 con un aumento del 17%), 812 sono donne italiane e l’età maggiore è nella fascia 26-35 anni seguita dalla fascia 36-45 anni. Le giovani donne coinvolte nella fascia 18-25 anni sono 130, pari all’11,5% del totale. Le persone offese minorenni sono 325 con un aumento pari al 46% rispetto all’anno precedente.