ANNAMARIA LAZZARI
Cronaca

Coronavirus: cabine blindate, batteri isolati e tecnici esperti al Sacco

I segreti dell’ospedale milanese, uno dei due centri d’eccellenza in Italia per il rischio infezioni. "Siamo pronti a qualsiasi evenienza"

Misure straordinarie

Misure straordinarie

Milano, 27 gennaio 2020 - Psicosi da coronavirus. Sebbene appena ieri il ministero della Salute garantisse in una nota che "tutti i casi sospetti segnalati in Italia si sono rivelati infondati" e che "tutto procede regolarmente", anche all’aeroporto di Malpensa, dove "sono state rafforzate le dotazioni di personale medico e infermieristico e intensificati i controlli", l’allarmismo come al solito ha attecchito alla grande sui social network, come sempre fuori controllo: su Twitter c’è chi si azzarda a instillare il dubbio che l’epidemia del coronavirus 2019-nCoV in Cina sarebbe frutto di "un esperimento per farci fuori tutti", assicura l’utente Seneca4949. Di direzione opposta rispetto ai toni “isterici” dei soliti “tuttologi” del web il parere degli esperti. "È giusto garantire un adeguato livello d’attenzione, ma assolutamente senza creare panico" ha dichiarato qualche giorno fa Maria Rita Gismondi, direttore della Microbiologia Clinica, Virologia e Diagnostica delle Bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano, centro di riferimento per le malattie infettive.

Nell’ospedale milanese venerdì notte è entrato in azione il protocollo di isolamento per un falso allarme che ha riguardato due donne, madre e figlia: la madre, che accusava alcuni sintomi influenzali, era appena rientrata da Wuhan. Le analisi, confermate anche dai laboratori del Policlinico San Matteo di Pavia, per fortuna hanno chiarito che entrambe erano negative al coronavirus di Wuhan. "È bene sottolineare – ha spiegato la professoressa Gismondo ai primi giorni della diffusione della notizia dei contagi – che l’Italia, e in particolare la Lombardia, sono preparate per affrontare qualsiasi evenienza. Proprio in Lombardia esiste l’eccellenza della famosa “BSL4” che si trova all’interno dell’ospedale Sacco. Quattro come il livello di biosicurezza massimo (il minimo è il livello uno), un insieme di precauzioni di "biocontenimento" richieste per l’isolamento di agenti biologici pericolosi in un ambiente chiuso.

Cosa prevede? Uno staff dedicato ed addestrato, secondo le linee guida internazionali, non solo alla diagnostica del settore, ma anche all’aggiornamento continuo e dedicato alla ricerca con collaborazioni internazionali. Il Laboratorio al Sacco è dotato di cabine di alta sicurezza, livello BSL3 e BSL4 (unico in Italia) ed è indicato come uno dei due "Laboratori di riferimento nazionale" per la risposta al bioterrorismo e ad alla emergenza infettivologica. Con la garanzia di poter esaminare campioni ad altissimo rischio di infettività garantendo la totale protezione del personale dedicato e una diagnosi rapida". In chiave “rassicurante” sono anche le dichiarazioni rilasciate il 23 gennaio dall’assessore al Welfare di regione Lombardia, Giulio Gallera: "Il sistema di prevenzione e di sicurezza sanitaria è stato attivato ed è pronto ad intervenire" ha messo nero su bianco in una nota ufficiale, illustrando il piano d’azione messo in atto in applicazione delle indicazioni internazionali di salute pubblica.

«Siamo in stretto e costante raccordo con il ministero della Salute – ha ribadito l’assessore regionale Gallera – per le azioni da attivare a cura delle Regioni". In quello stesso giorno si era svolto a Palazzo Lombardia un incontro fra i rappresentanti dell’Unità Operativa Prevenzione della Direzione Generale Welfare e i responsabili delle Unità di Malattie Infettive delle Asst e i responsabili della rete di Sorveglianza delle Malattie Infettive di Ats. Sono stati condivisi con tutti gli operatori sanitari i criteri per l’individuazione di casi sospetti e sono state attivate negli ospedali le procedure per la presa in carico dei pazienti sospetti (percorso dedicato e presidi per ridurre la trasmissione per via aerea), in coerenza con le indicazioni ministeriali.