EMANUELE
Cronaca

Vitienologia Donne della Vite indica il futuro

Emanuele

Bottiroli

Si prepara un convegno a cura delle Donne della Vite dal titolo “Un giro di vite. Il cambiamento come opportunità: ripensare la gestione del vigneto per preservare la qualità delle uve in un clima che evolve”. L’appuntamento è in agenda a Bari, alla Fiera del Levante, venerdì 11 marzo alle ore 10. Per un’attività come la vitienologia è indispensabile trovare nuove interpretazioni delle tecniche colturali che consentano di gestire gli effetti del “climate change” e di farne un’occasione per rinnovare gli schemi produttivi preservando la qualità del prodotto in un contesto nuovo. "Nello spirito che contraddistingue Donne della Vite – sottolinea Valeria Fasoli, presidente dell’associazione – il convegno ha lo scopo di comunicare, trasmettere e diffondere cultura nel mondo vitivinicolo con rispetto dei principi cardine di una viticoltura sostenibile". A fare la panoramica delle tecniche colturali da adottare per migliorare la resilienza dei vigneti al cambiamento climatico sarà Vittorino Novello dell’Università di Torino, che si soffermerà su alcuni aspetti da ripensare, a partire dalla progettazione del vigneto prima dell’impianto. Un salto in una realtà estrema come quella del deserto israeliano del Negev – accompagnati da Aaron Fait, Ben Gurion University del Negev (Israele) – sarà propedeutico per comprendere in che modo oggi si produca vino in regioni nuove, diverse da quelle tradizionali per la coltivazione della vite, come quelle desertiche da cui provengono vini di qualità. A mutare non sono solo le condizioni climatiche, ma anche il clima sociale e culturale che influenza la percezione della qualità del vino. "Questa evoluzione delle classificazioni e delle relative categorie con cui viene rappresentata e percepita la qualità del vino – sottolinea Gianmarco Navarini dell’Università Bicocca di Milano – rivelano una tendenza a far intrecciare la concezione di qualità con quella di ambiente e, quest’ultima, con la concezione del contesto di produzione. Nel nuovo clima sociale, culturale e intergenerazionale, la nuova posta in gioco della qualità sembra risiedere in questo intreccio".