
Vittorino Andreoli
Milano, 1 febbraio 2017 - 'Essere e destino' è il nuovo volume del prof. Vittorino Andreoli, che lancia una sfida alla sofferenza, come quarto volume del progetto culturale ed editoriale 'Bendessere', e che è stato presentato a Milano. La circolarità tra mente, corpo e relazioni sociali, come tre dimensioni fondamentali ad ogni età della vita umana è il topos culturale alla base del concetto di Bendessere e della Nuova Disciplina del Bendessere. Si tratta di due costrutti culturali ed editoriali nati dalla collaborazione di eccellenza tra Solgar Italia, azienda leader nel campo dell’integrazione nutrizionale , ed il prof. Vittorino Andreoli noto psichiatra e scrittore di fama internazionale
Nel volume, il prof. Vittorino Andreoli approfondisce le radici e le applicazioni del Bendessere: qualsiasi esistenza, indipendentemente dall’età e dalla condizioni in cui si trova, può essere migliorata a favore della promozione del bene, e di un’esistenza serena e gratificante, anche nei limiti che essa può presentare. “Credo che la storia dell’uomo ruoti intorno al destino ed alle possibilità di ribellarsi ad esso, di dire no ad un tracciato che appare segnato in modo indelebile”. E’ questa la sfida alla sofferenza cronica riassunta nel nuovo volume del prof Andreoli. Occupandosi della promozione del bene, la disciplina del Bendessere fornisce gli strumenti per affrontare il dolore in tutte quelle condizioni che non sono oggetto di terapia.
Vittorino Andreoli, unendo il rigore scientifico alla pluriesperienza clinica, si distingue in ambito nazionale ed internazionale per un’eccezionale capacità divulgativa sulla complessa sfera del soggetto umano. Membro della “New York Academy of Science”, specialista in psichiatria e neurologia, spazia nella propria carriera dalla biochimica fino allo studio e all’analisi approfondita dei sentimenti, per esempio della felicità, che la stessa Accademia delle Scienze Statunitense definisce come preludio di una condizione di “bene”, che tuttavia nella mente resta una reazione acuta positiva ad uno stimolo, ad un premio; la gioia, invece, si lega meglio al vissuto di ben d’essere (e quindi “Bendessere”, poiché è un sentimento più continuativo, più collettivo, che abbraccia più il “Noi”, più che soltanto l’“Io”, nella sua individualità introspettiva.