
Il paco reale della Scala per la prima del Don Carlo. Nel riquadro, Marco Vizzardelli
Milano – Sulla vicenda di Marco Vizzardelli, la frase “Viva l’Italia antifascista” gridata alla Prima della Scala, e la successiva identificazione da parte della Digos, la Questura di Milano è intervenuta ufficialmente questa mattina con un comunicato in cui si spiegano le motivazioni che hanno spinto gli agenti a chiedere i documenti al giornalista. Nel comunicato la Questura spiega inoltre che Vizzardelli non è stato l’unico identificato durante la serata.
“L'identificazione dei due spettatori presenti in galleria – spiega la Questura milanese – avvenuta durante la "Prima" del Teatro alla Scala, è stata effettuata quale ordinaria modalità di controllo preventivo per garantire la sicurezza della rappresentazione”.
“L'iniziativa – prosegue il comunicato – non è stata assolutamente determinata dal contenuto della frase pronunciata, ma dalle particolari circostanze, considerate le manifestazioni di dissenso poste in essere nel pomeriggio in città e la diretta televisiva dell'evento che avrebbe potuto essere di stimolo per iniziative finalizzate a turbarne il regolare svolgimento. La conoscenza dell'identità delle persone ha consentito, infatti, di poter ritenere con certezza l'assenza di alcun rischio per l'evento”.