“Dentro gli occhi, oltre al corpo“: a Cernusco apre la mostra “parlante“ che racconta la violenza sulle donne. Un percorso sensoriale con vestiti, radiografie, voci e video in Filanda "per sperimentare direttamente tutto quello che non si vede nelle storie di sopraffazione". Inizia così la lunga marcia della città verso la giornata nazionale antiviolenza, il 25 novembre: 9 giorni di eventi, ci saranno anche incontri con la Rete Viola, il network dei 29 Comuni dell’Adda-Martesana che si occupa del problema, (lunedì alle 10 in sala Camerani), una mostra fotografica sulla vita quotidiana delle donne (23 novembre alle 20 alla Casa delle arti), fino alla posa di una grande sedia rossa con storie di mogli, fidanzate e madri vessate. Oggi, l’esposizione già visitata dalle scuole giovedì e venerdì ospiterà il pubblico dalle 14 alle 18 (ingresso libero su prenotazione tramite i canali social del Comune).
Un pugno allo stomaco che catapulta gli avventori nell’inferno vissuto dalle vittime. "La violenza sulle donne è ancora oggi un problema grave su cui è necessario mantenere alta l’attenzione ogni giorno – dice la vicesindaca Paola Colombo –. Il 25 novembre ci offre l’occasione per fermarci a riflettere e per proporre iniziative con un’attenzione particolare alle ragazze e ai ragazzi delle scuole della nostra città, per offrire strumenti e imparare a riconoscere azioni o comportamenti aggressivi, ma anche per sensibilizzare su come la violenza sia la punta dell’iceberg e l’espressione più evidente di un sistema che si nutre di discriminazioni che purtroppo ancora oggi sono all’ordine del giorno".
"’Storie di donne’ è un cammino che ha visto il coinvolgimento di molti attori della nostra città, dalle scuole alle associazioni, ai cittadini – aggiunge Debora Comito, assessore alle Pari opportunità –. Spiegare agli studenti la violenza sulle donne e perché è un fenomeno orribile da contrastare è un’azione che deve essere fatta tutti i giorni e non solo in occasione della ricorrenza. Significa trovare le ‘Parole per dirlo’ e il progetto della sedia rossa darà la possibilità ai nostri istituti di dare voce alle donne che hanno sperimentato i soprusi. Donne che sono rinate da queste situazioni".
Barbara Calderola