REDAZIONE MILANO

"Volontari Wwf a Trezzo sull'Adda ricostruiscono l'oasi devastata dal clima"

Volontari del WWF stanno ricostruendo l'oasi di Trezzo distrutta da grandine e vento. 150 alberi persi, uccelli e scoiattoli morti. Per riportare l'equilibrio servono soldi: donazioni per sistemare cartelli, motoseghe e miscela. Contro il cambiamento climatico è necessario agire subito.

Niente vacanze per i volontari del Wwf che stanno ricostruendo l’oasi di Trezzo distrutta dalla grandine e dal vento. "Abbiamo visto a terra alberi che abbiamo piantato 30 anni fa all’inizio della nostra avventura - racconta una dozzina di attivisti al lavoro senza sosta alle Foppe - pioppi, aceri, querce, ciliegi, salici, ne abbiamo persi 150, e poi il sottobosco, cornioli, sambuchi, tutto maciullato". Ma gli occhi diventano lucidi quando si passa a fare la conta degli uccelli e degli scoiattoli morti: "Non hanno avuto scampo, le piante sono il loro habitat, il vento li ha scaraventati a terra insieme agli alberi". Una serie di fotografie immortala lo scempio. "Non era mai successo niente del genere - sottolinea il portavoce Fabio Cologni - abbiamo perso un pezzo importante del nostro patrimonio e ora riportare l’equilibrio nella riserva non sarà facile". Per rimettere a posto servono soldi: "Chiediamo a tutti di fare una piccola donazione, bastano pochi spiccioli, ma per noi sono essenziali. Solo per sistemare cartelli e bacheche distrutti dal nubifragio occorrono 3mila euro, ma sono necessari fondi anche per le motoseghe e per la miscela. Costa tutto e noi non ci aspettavamo di dover affrontare tante spese straordinarie". La fatica si mescola alla rabbia "per chi fa finta che il cambiamento climatico non esista: non c’è più tempo da perdere, o eventi come quelli di fine luglio continueranno a flagellare il territorio senza sosta. A rischio - ancora Cologni - c’è tutto l’ecosistema. Lo vediamo qui, gli anfibi scompaiono, le piante seccano, i pesci sono messa a nudo: è una catena legata da un micidiale effetto domino che solo noi possiamo fermare. In questi anni abbiamo lanciato tanti allarmi, ma sono caduti nel vuoto. Ora, arriva il conto".

Per donazioni all’area protetta si può utilizzare l’Iban IT63G0503433920000000001799.

Bar.Cal.