Milano, 30 ottobre 2024 – Walker Meghnagi getta acqua sul fuoco delle polemiche seguite alla sua candidatura per l’Ambrogino d’Oro. "Ringrazio chi mi ha candidato per avere fatto il mio nome ne sono onorato; devo però chiedere che non venga presa in considerazione la mia candidatura perché non voglio sia fonte di fonte di divisione all'interno del Comune". Dunque, rinuncia. La candidatura del presidente della comunità ebraica milanese era stata avanzata da Silvia Sardone della Lega.
“Continuerò la lotta all’antisemitismo”
"Continuerò a lavorare per l'unità di tutte le istituzioni contro l'antisemitismo e ricordo a tal proposito come la recente commemorazione del 7 ottobre in sinagoga ha visto un'altissima partecipazione di pubblico (ebrei e non) e la presenza di personalità come la senatrice Liliana Segre, il presidente del Senato La Russa, il presidente del Copasir Lorenzo Guerini, il presidente della Regione Attilio Fontana, il sindaco di Milano Giuseppe Sala e Roberto Cenati (ex presidente Anpi dimessosi dalla carica proprio per divergenze sulla guerra in Medio Oriente, ndr). Tutti uniti nel ricordare il dolore di quel massacro e nel chiedere la liberazione degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas. Di fronte all'antisemitismo non devono esserci divisioni politiche. E al contempo non bisogna avere paura a denunciare il vecchio odio antiebraico a destra – chiude Meghnagi – così come quello a sinistra che assume maschere nuove e stenta ad essere riconosciuto come tale".
La polemica
Il nome di Meghnagi, come detto, aveva fatto storcere qualche naso a sinistra. I Verdi al Comune di Milano avevano spiegato di non essere d'accordo con questa candidatura, ritenuta divisiva. "Sentire i Verdi milanesi parlare della figura di Walker Meghnagi come divisiva, a proposito della mia candidatura all'Ambrogino d'Oro, è a dir poco inqualificabile - aveva commentato Silvia Sardone -. Mi auguro che il Pd non si lasci tirare per la giacchetta, accodandosi ancora una volta alle posizioni filo-palestinesi della sinistra più estrema, riconoscendo al presidente della Comunità Ebraica una sacrosanta onorificenza visto il suo impegno per la città di Milano. Lezioni dai Verdi, coloro che non volevano la bandiera di Israele su Palazzo Marino dopo gli attacchi terroristici di Hamas del 7 ottobre e coloro che parlano a sproposito di genocidio a Gaza, non possiamo accettarne". Ora è lo stesso candidato a togliere dall’imbarazzo, rinunciando alla corsa.