MARIANNA VAZZANA
Cronaca

Yuri Urizio strangolato sui Navigli, la supertestimone ucraina e quel buco di un minuto nei video delle telecamere

Il ventitreenne aggredito e soffocato per sette minuti è stato ripreso dalle telecamere, ma il video è incompleto. A riempire il buco resta la donna, sentita in questura

Yuri Urizio, originario di Como, da un paio d’anni si era trasferito a Milano

È stata individuata dagli investigatori la donna “misteriosa” ripresa dalle telecamere la notte tra martedì e mercoledì in viale Gorizia, quella dell’omicidio di Yuri Urizio, il 23enne aggredito e poi soffocato per 7 minuti, morto in ospedale venerdì dopo due giorni di agonia.

La sua testimonianza sarà fondamentale per capire cosa sia realmente successo quella notte: Bilel Kobaa, il ventottenne tunisino che si è avventato su Urizio, e che è stato poco dopo arrestato dalla polizia, si è giustificato dicendo di essere intervenuto per fermare “l’autore di una rapina”: nella sua ricostruzione, il 23enne avrebbe strappato dei soldi dalle mani di “una donna ucraina” che gravita nella zona dei Navigli e che, sempre secondo la versione di Kobaa, ha l'abitudine di chiedere soldi in cambio di cioccolata. Fino a venerdì, di quella donna effettivamente apparsa nei filmati delle telecamere, non c’era traccia. Ora è stata individuata dalla polizia ma sono ancora in corso accertamenti.

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Il buco nel video

Nei filmati c’è un “buco” di un minuto: alle 3.51 un occhio elettronico inquadra l’angolo tra viale Gorizia e il Naviglio Pavese, di fronte alla Darsena, zona calda della movida milanese. Tre persone stanno parlando, due uomini e una donna, e la situazione sembra tranquilla. L’occhio elettronico, che è di quelli “basculanti“, che ruotano a intervalli regolari, torna su quel punto il minuto successivo: si vede la donna allontanarsi, “con passo tranquillo”, verso piazza XXIV Maggio.

E i due ragazzi sono a terra: più precisamente, sdraiato c’è Yuri , mentre l’altro uomo (Kobaa) gli stringe con forza il collo. Una presa, stando a quanto emerso successivamente, di sette minuti. Che cosa è successo nel minuto non ripreso dalla telecamera? Il racconto della donna è il tassello mancante.

I due passanti intervenuti

Quella notte, un passante, Jacopo Pietrobelli, è stato il primo a intervenire per fermare la furia omicida di Kobaa e richiamare l’attenzione di una Volante. I poliziotti hanno prestato i soccorsi prima dell’arrivo dell’ambulanza, aiutati da un altro passante, istruttore subacqueo, Kevin Galeano Vargas, che ha rianimato il ragazzo, cameriere e barman, che aveva lavorato in locali prestigiosi come il “Maio Restaurant“ all’ultimo piano della Rinascente e che lo scorso agosto si era dato da fare come “stagionale“ in un locale di Santa Teresa di Gallura. Nato a Como, si era trasferito a Milano un paio d’anni fa raggiungendo la mamma.

La versione di Kobaa

Intanto, la versione dei fatti fornita da Kobaa non cambia. Ribadisce di essere intervenuto per difendere una donna. E, da quel gesto, sarebbe iniziata la discussione con Yuri Urizio, che non aveva mai vista prima. “Ho visto lui che cercava di strappare dei soldi di mano alla ragazza, una che fa sempre l’elemosina là in zona offrendo della cioccolata, e sono intervenuto per difendere lei”, ha spiegato al gip il 28enne originario della Tunisia.

L’uomo, difeso dall’avvocato Santa Scoccimarro, resta intanto in carcere. Nei prossimi giorni potrebbe essere interrogato nuovamente, per chiarire i contorni della vicenda. “Attendiamo anche noi gli sviluppi delle indagini – spiega il legale – su questo episodio ci sono ancora diversi aspetti da accertare”.