ANNAMARIA LAZZARI
Cronaca

La camminata per Yuri Urizio, il ragazzo strangolato sui Navigli. La madre: “L’assassino? Spero che resti in cella”

Milano, in viale Gorizia amici e residenti insieme per ricordare il giovane ucciso a mani nude il 15 settembre

Il ricordo di Yuri Urizio nella camminata sui Navigli

Milano, 15 ottobre 2023 – Il dolore della madre, le lacrime degli amici, l’indignazione dei residenti per una morte che è ancora senza un perché. Circa ottanta persone hanno partecipato ieri sera alla "camminata silenziosa" in memoria di Yuri Urizio, il ventitreenne scomparso il 15 settembre dopo due giorni di agonia al Policlinico.

Il corteo è partito da piazza XXIV Maggio ed è arrivato fino a viale Gorizia, di fronte al Naviglio Pavese, nel punto in cui il ragazzo, originario della provincia di Como, ha subìto l’aggressione rivelatosi mortale. Era la notte di mercoledì 13 quando Yuri ha incrociato un ventottenne di origini tunisine, Bilel Cubaa: a essere fatale è stata una stretta al collo, a seguito della quale il cervello di Yuri è rimasto sette minuti senza ossigeno. "Penso che mio figlio avrà giustizia, ma non dalla giustizia", afferma in maniera criptica la madre Giovanna Nucera, ricordando che Yuri è ancora "la mia forza". Il presunto killer? "Non l’ho mai visto e spero di non vederlo mai. Mi auguro che rimanga in galera, come è giusto che sia, ma conoscendo la giustizia italiana so che la sta facendo ( la galera ndr ) da “dio”", aggiunge.

Cubaa si è giustificato con la polizia e col giudice dicendo di essere intervenuto dopo aver visto la vittima che rapinava una clochard ucraina che frequenta la zona. Una versione inverosimile, smentita dalla stessa senzatetto, ascoltata dagli agenti come testimone. Il racconto denigratorio non è andato giù per niente agli amici stretti di Albate, dove Yuri era cresciuto prima di trasferirsi a Milano per lavoro.

Gli amici

Come Marco, 38 anni, che adesso vive a Lugano e afferma: "Io Yuri l’ho visto crescere, siamo sempre usciti in compagnia. Era un ragazzo di cuore, credeva nel rispetto, figuriamoci se avrebbe rapinato una donna. La sua scomparsa è priva di senso. Sono pure stufo di leggere che si sia trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato. Quella maledetta notte lui aveva appena finito di lavorare". "Sui Navigli si deve venire per vivere e divertirsi, non per morire", sottolinea Valentina Vacalebre, quarantanovenne residente di via Gola, che ha organizzare la manifestazione assieme ai dieci amici di Yuri, venuti apposta a Milano da Como e dalla Svizzera per ricordarlo fra le le lacrime.

Quando ho saputo della sua morte, ho pensato che fosse giunto il momento di far sentire la nostra voce. Il problema non è la movida, ma la delinquenza. Chiediamo che si riunisca periodicamente un tavolo sulla sicurezza, a cui possano partecipare anche le persone del quartiere", puntualizza Vacalebre. "In 50 anni che vivo qui è peggiorato tutto, tengo sempre stretto nelle mani il peperoncino quando porto in giro il cane alle 6.30 del mattino, facendo finta di parlare al telefono. Vogliamo più forze dell’ordine e la chiusura dei locali alle 3 di notte. Ce ne sono alcuni che vanno avanti fino alle 5, attirando ancora di più il degrado", aggiunge Giovanna Maretta, settantaduenne residente in via Borsi.