Milano - La road map lombarda, per una volta, sembra in discesa: ancora una settimana in zona arancione e poi la Lombardia potrà diventare zona gialla – sia pur rafforzata, come ha deciso il Governo – senza attendere oltre. Detto altrimenti: la regione potrà salire fin da subito, già da lunedì 26 aprile, sul treno delle riaperture programmate e annunciate ieri dal Governo, senza dover passare altre settimane nella sala d’attesa. I dati epidemiologici sembrano tracciare questo scenario. Già giovedì Attilio Fontana, presidente della Regione, aveva sottolineato il miglioramento degli indicatori lombardi: "I dati in Lombardia parlano di un significativo miglioramento della situazione epidemiologica, con un Rt pari allo 0,78 e un’incidenza di 162 su 100mila abitanti. Dati che evidenziano un trend positivo e che ci portano a guardare a un ritorno graduale alla libertà di cui tutti abbiamo bisogno". Concetti riaffermati ieri: "Dai dati che abbiamo potuto esaminare arrivati da Roma – ha fatto sapere il governatore –, la Regione Lombardia potrebbe già essere considerata zona gialla. Ad oggi però, come noto, sono presenti dei limiti sul cambiamento delle fasce ma i numeri sono certamente positivi". Già, fino al 26 aprile non è possibile istituire zone gialle. Così ha scelto il Governo.
Dal 26 aprile, però, in Lombardia, come nel resto delle regioni in giallo rafforzato, gli studenti potranno tornare a fare lezione in presenza, senza distinzioni né percentuali tra didattica a distanza e didattica in classe. E altrettanto varrà nelle zone arancioni che saranno istituite dopo il 26 aprile, a differenza di quanto prevede oggi la zona arancione. La didattica a distanza è contemplata solo in zona rossa e solo in parte. Non è finita , però: il Governo ha infatti deciso di non penalizzare quelle attività che possano essere svolte anche all’aperto perché all’aperto le possibilità di trasmissione del contagio sono nettamente inferiori che al chiuso, fermo restando in tutti i casi l’obbligo della mascherina ma anche il divieto di spostamento tra le 22 e le 5 del mattino. Un criterio che sarà applicato già dal 26 aprile al settore della ristorazione: a differenza di oggi, i ristoranti potranno quindi stare aperti sia a pranzo sia a cena ma limitatamente ai tavoli e ai dehors all’aperto. Allo stesso modo potranno ripartire, già da lunedì 26, lo sport e lo spettacolo all’aperto. Quanto alle proiezioni al chiuso (cinema) o agli spettacoli al chiuso (teatro) bisognerà rispettare i limiti di capienza. Quanto agli spostamenti, detto del coprifuoco che resta in vigore, saranno consentiti tra le regioni gialle. Mentre per sostarsi nelle regioni arancioni e rosse occorrerà un certificato.
Il calendario delle riaperture previsto dal Governo prevede poi la ripresa delle attività delle piscine il 15 maggio. Stessa data per il ritorno in spiaggia. Mentre dal primo giugno, salvo indicazioni contrarie, dovrebbero riaprire le palestre. Dal primo di luglio toccherà alle fiere. «Un passo avanti – commenta Guido Guidesi, assessore regionale allo Sviluppo economico, a proposito delle riaperture –, un risultato significativo ottenuto grazie ai nostri appelli al buonsenso che speriamo possa avere un seguito nel breve periodo con un’ulteriore programmazione delle riaperture, in sicurezza, delle attività. In Lombardia c’è voglia di correre e lo stiamo facendo con il Piano vaccinale in base alla dotazione dei vaccini che è, però, ancora insufficiente". Quindi ecco Luca Palermo, amministratore delegato di Fiera Milano: "Siamo pronti a ripartire in sicurezza dal primo luglio. Accenderemo subito i motori della macchina organizzativa per supportare al meglio i nostri organizzatori, espositori e visitatori, a cominciare da Milano Unica, la prima fiera in calendario. Ringraziamo le istituzioni per aver dato una data certa".