ANNAMARIA LAZZARI
Cultura e Spettacoli

Adil Bellafqih, "Blade runner e manga ispirano la mia creatività"

Con un thriller cyberpunk è uno dei tre scrittori finalisti al premio Edoardo Kihlgren Opera prima

Adil Bellafqih

Milano, 11 ottobre 2020 - Un thriller cyberpunk che si ispira ai classici della fantascienza, ai fumetti giapponesi ma anche alla filosofia e alla mistica medievale. Molteplici influenze nel romanzo d’esordio di Adil Bellafqih "Nel grande vuoto" (Mondadori), uno dei tre finalisti (gli altri due sono Jonathan Bazzi con "Febbre" e Loreta Minutilli con "Elena di Sparta") del premio letterario Edoardo Kihlgren Opera Prima - Città di Milano. Giunto alla 21esima edizione. L’iniziativa ha il pregio di coinvolgere ogni anno circa 400 studenti dei licei milanesi che approfondiscono i tre libri a scuola. Questa settimana i giovani lettori hanno incontrato Bellafqih al Barrio’s e nei prossimi appuntamenti si confronteranno con gli altri due scrittori. Alla fine saranno chiamati a scegliere il mese prossimo il vincitore, assieme ai giurati d’onore.

Bellafqih è nato 29 anni fa a Sassuolo, provincia di Modena, dove vive. Laureato in filosofia a Parma, fa l’assistente universitario. La storia del suo libro ruota attorno all’indagine sul misterioso omicidio di un ragazzino condotta dal detective privato Meister Eckhart. L’ambientazione è proiettata in un futuro prossimo dove gli esseri umani sono connessi perennemente alla realtà aumentata che offre ad ognuno la possibilità di mostrare un avatar, una versione tridimensionale di sé contraffatta.

Il libro è una critica dello strapotere dei social network? 

"Non volevo scrivere una parabola morale e neppure mi interessa ergermi a giudice dei costumi della società contemporanea. Peraltro i social li uso anch’io. Se ne può fare un uso distorto ma nel mio caso la realtà virtuale è concepita come un ingrediente della storia".

Il protagonista si chiama come Eckhart, il filosofo e mistico vissuto fra a cavallo fra 1200 e 1300. Cosa hanno in comune i due?

"Anche il mio detective vive in un mondo misticheggiante e cerca la verità, quella con la lettera maiuscola, che non è solo la scoperta dell’autore dell’omicidio ma anche quella su se stesso. Il nome ha poi un’assonanza voluta con Deckard, il cacciatore di taglie protagonista sia del romanzo di Philip K. Dick “Ma gli androidi sognano pecore elettriche?“ che dell’adattamento cinematografico, “Blade Runner“ di Ridley Scott, che sono fra le mie principali ispirazioni, assieme ai manga. Storie potenti, quelle dei fumetti giapponesi, che non reputo inferiori rispetto alla letteratura".

A proposito di libri, come fare scoprire il fascino della carta ai giovani che vivono in simbiosi con il cellulare?

"Un’iniziativa come il Kihlgren è preziosissima perché allarga il perimetro delle letture che si fanno alle superiori con titoli anche di genere. Sarebbe bello se la scuola - e non solo e sempre l’iniziativa individuale - facesse scoprire la bellezza di “Dracula“ di Bram Stoker o “Frankestein“ di Mary Shelley…".