ANDREA SPINELLI
Cultura e Spettacoli

Alberto Fortis e Milano, un amore lungo quarant’anni

Il cantautore si racconta in una lunga diretta nella redazione del Giorno

Alberto Fortis nella redazione del Giorno

Milano, 26 giugno 2018 - Milano c'è. Parola di Alberto Fortis, passato ieri in redazione per raccontare in diretta Fb il suo nuovo “Alberto 4Fortys” sul mercato da venerdì scorso. “Milano da qualche anno è tornata ad essere un vortice anche di grande ispirazione si avvicina alle grandi capitali estere”, ha spiegato. “La sua internazionalità se la porta nel dna. Ho tanti amici americani e dico sempre che a Milano puoi ritrovare diverse caratteristiche di Manhattan, ma a dimensione più umana. Nel video ho voluto dipingere una città dell’oggi e del domani, anche se c’è una Nsu Prinz guidata da un killer che alla fine mi spara (con una pistola giocattolo)”.

Una vita di corsi e ricorsi. “Dopo un album controverso come ‘Fra demonio e santità’ nacque ‘La grande grotta’ con grandi musicisti californiani. Ricordo ancora la passione con cui Abraham Laboriel, il bassista, mi parlava dei progressi del figlioletto Abraham jr, che oggi suona con Paul McCartney. Mi piace far convergere nella mia musica due flussi quello dell’attualità e quello della coerenza. In questo album si ritrovano entrambi”. Fortis giura che non ci sono album che non rifarebbe. “No, ci sono cose che magari farei in modo diverso”, ammette. “Anche perché è incredibile come la sensazione di aver azzeccato o meno un lavoro ce l’hai subito appena concluso. Non so cosa succederà a questo album, ma la sensazione è quella. In altre situazioni, nonostante le grandi collaborazioni e le produzioni importanti, non mi sono sentito così a posto”.

E sul mercato contemporaneo, che crea nuovi idoli a ciclo continuo, dice. “È un lavoro che fatto bene comporta molta fatica, pure in tempi di web, ma la giungla è fittissima; non ci si deve preoccupare delle porte sbattute in faccia, soprattutto agli inizi. Io ne sono un esempio. Rimasto per due anni in stand-by e poi, trovata la persona disposta a darmi fiducia, arrivato al primo album col materiale rifiutato dal novanta per cento degli altri addetti ai lavori. Parlo per me, ma posso portare analoghi esempi eclatanti che si chiamano Beatles, Police o Alanis Morissette. Questo dipende da una condizione interiore e da un destino che poi ciascuno deve coltivare. Questa è un’epoca più chimerica del passato, in 8 mesi ti puoi trovare dal niente al successo, ma pure sparire nel giro di un anno. Un tempo il music business poteva darti quei due tre anni (e tre album) necessari a costruire una carriera. Oggi tre mesi sono già tanti. Io detesto la nostalgia canaglia, ma oggi siamo nel liquido più totale”.