PAOLO GIROTTI
Cultura e Spettacoli

Quelli che... erano i pionieri della televisione con Antenna Tre

Ettore Andenna, 74 anni, fu uno dei protagonisti di una stagione felice per l’emittenza privata; dal 16 un sito internet ricorderà esordi e trasmissioni cult

Studi dell'emittente Antenna 3 durante una trasmissione televisiva

Legnano, 10 dicembre 2020 - Questo articolo è contenuto nella newsletter "Buongiorno Milano".  Ogni giorno alle 7, dal lunedì al venerdì, gli iscritti alla community del «Giorno» riceveranno una newsletter dedicata alla città di Milano. Per la prima volta i lettori potranno scegliere un prodotto completo, che offre un’informazione dettagliata, arricchita da tanti contenuti personalizzati: oltre alle notizie locali, una guida sempre aggiornata per vivere in maniera nuova la propria città, consigli di lettura e il commento di un ospite. Per ricevere via mail la newsletter clicca su www.ilgiorno.it/buongiornomilano

«Quella era una televisione meritocratica, nella quale si poteva prima di tutto inventare, ma dove c’era anche un grande rispetto per il pubblico. Esattamente il contrario di quello che accade oggi". Dal 16 dicembre sarà compito di un sito internet, viaperbusto15.it , restituire una parte della storia di Antenna 3 Lombardia, la tv privata che dal 1977 al 1986 scrisse una pagina importante della televisione privata in Italia ed è oggi uno dei protagonisti di quella stagione, Ettore Andenna, a riportarne a galla i ricordi. Fu lui il conduttore di alcune trasmissioni storiche che andarono in scena negli studi al confine tra Legnano e Castellanza, programmi che si chiamavano “Classe di Ferro“, competizione tra alunni delle scuole medie, e la “Bustarella“.

Cosa ha significato Antenna Tre Lombardia nella storia della televisione italiana? "È stato lo scatto in avanti, il cambio nel modo di fare televisione, la prima tv commerciale e una vera e propria scuola per molti – racconta Andenna, oggi 74enne -. Eravamo liberi di costruire, sperimentare e immaginare qualcosa di davvero nuovo. Un’esperienza realizzata da sette persone, i “magnifici sette“,come mi piace definirli anche se oggi sono l’unico sopravvissuto di quel gruppo: Renzo Villa ed Enzo Tortora prima di tutti, poi Lucio Flauto, Beppe Recchia, Cino Tortorella, Enzo Gatta, il nostro capotecnico che diventò poi anche regista di Tortora in Rai con Portobello, e io. Ed è vero che quando mi chiamarono Villa e Tortora mi diedero la libertà completa di inventare: un ‘indicazione che venne rispettata in toto".

Compresa la Bustarella, programma che stava al limite del trash e che per non trascendere aveva certo bisogno di una certa «leggerezza» della conduzione ma che ebbe un successo di pubblico inimmaginabile… "La bustarella nacque da una coda in autostrada nel luglio del 1977, durante una tournée: in auto io e Cino Tortorella. Eravamo fermi in attesa di raggiungere Lignano Sabbiadoro e Cino mi disse: perché invece di star qui a perder tempo non ci inventiamo una trasmissione? Il 29 luglio nacque così la trasmissione e due mesi dopo, quando firmammo il contratto, la facemmo partire. Ricordo la data anche perché quella sera a Lignano ho conosciuto quella che sarebbe diventata mia moglie… Sta di fatto che la Bustarella – ho fatto 238 puntate - portava 1.100 persone in studio e, in estate, 1.500 all’estertno: oltre duemila persone a seguire una trasmissione in diretta".

Ora il sito lanciato dall’associazione Amici di Renzo Villa proporrà il docufilm “Via per Busto 15 - la tv commerciale è nata qui“ che venne presentato nel 2017, oltre a contributi extra non inseriti nella versione definitiva: materiale solo per nostalgici o che potrà interessare anche le nuove generazioni? "Buona la prima. Verrà apprezzato solo da quelli che hanno vissuto quegli anni e da pochi curiosi dai trent’anni in giù. Ma l’archivio di Antenna Tre sarebbe per tutti una fonte di sorprese incredibile, anni che hanno davvero costruito un pezzo di storia della nostra televisione".