
I nuovi spazi all’interno della torre Sotto, la facciata che ricorda la Velasca
Chissà cosa direbbe Stendhal, che, colpito dalla magnificenza del Teatro alla Scala, nel 1816 scriveva "è impossibile immaginare nulla di più grande, più solenne e nuovo", ammirando oggi la nuova torre di via Verdi di 11 piani con la cima dal sapore medievale e che ricorda la Torre Velasca "dalla testa a forma svasata", spiega l’architetto Mario Botta che l’ha progettata insieme al collega Emilio Pizzi.
Qualcosa di più grande e solenne che segna una nuova età per uno dei più prestigiosi teatri al mondo mentre si sta sviluppando un altro progetto in grande: quello di trasferire la Magnifica Fabbrica, i laboratori di scenografia e magazzini, nell’area dell’ex Innocenti al quartiere Rubattino.
Ieri è stato il momento solenne dell’apertura dei nuovi spazi alle spalle del Piermarini, con il sindaco Giuseppe Sala, il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, il sovrintendente Dominique Meyer, il direttore musicale Riccardo Chailly e gli architetti. Costruita in due anni dall’Ati D’Adiutorio Costruzioni Spa–Gianni Benvenuto Spa, la torre di via Verdi è alta 38 metri più 19 sotterranei.
Un blocco che dialoga con il teatro grazie a sette passaggi a livelli diversi; tra questi, la nuova area per lo scarico di 235 metri quadri in fondo al palcoscenico, che si apre con un portone “avvolgibile“ e che prolunga la profondità scenica di oltre 70 metri. Utilizzabili anche la nuova sala prove per il ballo al nono piano (145 metri quadri), i locali per gli uffici fino all’ottavo piano (i sindacati, ieri polemicamente assenti, hanno chiesto un incontro per discutere della distribuzione) e le due grandi terrazze al quarto e al sesto piano.
Considerata un "gioiello" la sala prove per l’orchestra, sottoterra, al piano -6, isolata e protetta come un guscio. Con un’altezza di 14 metri, sarà anche da sala di registrazione. Non è ancora completa: mancano i rivestimenti acustici la cui gara d’appalto è in fase di aggiudicazione e sarà pronta in primavera.
Nella torre traslocheranno le attività che ora sono nella palazzina di via Torino 68 evitando il rinnovo del contratto di locazione. Si sposteranno anche gli uffici che si trovano nei locali del Comune di Milano in via Pellico, 1. E, nella sede storica, l’attuale sala prove dell’orchestra diventerà una sala prove per il coro.
"È stato un lavoro fatto con molta efficienza", il commento del sovrintendente Dominique Meyer che sottolinea come questa torre farà risparmiare al teatro quasi 400mila euro l’anno eliminando i costi degli affitti. È proprio per superare la “dispersione di funzioni“ che il Teatro, guidato allora dal Sovrintendente Carlo Fontana, acquistò nel 1998 dall’Istituto San Paolo di Torino l’immobile di via Verdi 3. L’impegno economico complessivo ammonta a circa 23 milioni di euro. Somma coperta da risorse della Fondazione del Teatro alla Scala, dal contributo dello Stato e della Regione Lombardia e il supporto di Aria Spa come stazione appaltante.
“Questo è un passo – parole del sindaco Sala –, poi ce ne sarà un altro, anche se ci vorrà più tempo, con la Magnifica Fabbrica, che riunirà i laboratori della Scala”. Il cantiere al Rubattino “è ancora in una fase iniziale perché per dare il via al tutto voglio essere certo che poi i fondi ci saranno. Credo che sia un problema di tempi e dialogo col governo ma si andrà avanti”.