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Cultura e Spettacoli

Benjamin Schmid, violino diabolico: “Il virtuosismo più abbagliante”. Il musicista in scena a Milano

Appuntamento all’Auditorium con la Sinfonica e alcuni brani “impossibili“, da Paganini a Liszt

Benjamin Schmid, 56 anni, si esibirà domani con l’Orchestra Sinfonica

Benjamin Schmid, 56 anni, si esibirà domani con l’Orchestra Sinfonica

Benjamin Schmid si esibirà all’Auditorium di Milano domani alle 20 e domenica alle 16, sotto la bacchetta del direttore dell’Orchestra Sinfonica, Emmanuel Tjeknavorian, qui al suo sesto programma sinfonico della Stagione 2024/2025. Si ascolterà di Franz Liszt il “Mephisto Waltz n. 1 S 514“, di Niccolò Paganini il “Concerto n. 2 per violino e orchestra in Si minore - La Campanella“, di Camille Saint-Saëns la “Sinfonia n. 3 in Do minore op. 78“.

Un impaginato musicale raffinato così riassunto da Tjeknavorian: «Questo programma mette in mostra il virtuosismo nella sua forma più abbagliante. L’immaginazione orchestrale di Liszt, l’estro diabolico di Paganini e il fascino di Saint-Saëns offrono un tripudio di genialità, reso ancora più avvincente dalla straordinaria personalità musicale di Benjamin Schmid».

“La Campanella“ è una composizione di straordinaria difficoltà ma è anche il simbolo dell’idea del “diabolico in musica“ e la ricerca tra le pieghe dell’animo umano e tra i suoi misteri. La creatività si svela – come scriveva Friedrich Nietzsche – come una stella danzante, che si origina dal caos, dalle trame oscure, dai luoghi irrisolti e mai indagati.

Nell’Ottocento il concetto di “Diabolus“ in musica dall’intervallo di tritono (di difficile comprensione per il teorico rinascimentale e barocco) si focalizza su alcune tipologie di virtuosismo rappresentato, soprattutto, dalla figura di Paganini. Il compositore violinista incarna il ruolo del “Diabolus“, integrando la sua straordinaria abilità tecnica e stile performativo, il suo virtuosismo al suo aspetto fisico caratterizzato da alcuni elementi spettrali ed emaciati. Nell’Ottocento il “mago del violino“ è stato raccontato come “un agente del diavolo“ tanto che Heinrich Heine lo definisce con queste parole: «I lunghi capelli neri gli ricadevano in riccioli trascurati sulle spalle e formavano una cornice scura intorno al viso pallido e cadaverico, sul quale il dolore, il genio e l’Inferno avevano inciso le loro linee indistruttibili».

All’idea del diabolico in musica partecipano anche gli altri due autori in programma. Franz Liszt, con la versione orchestrale del “Mephisto Waltz“, composizione in cui si percepisce la fascinazione per la figura del “Faust“ di Goethe, l’uomo che, per ottenere la conoscenza assoluta, vende la sua anima al diavolo, e che ci rimanda in qualche misura alla personalità del compositore ungherese, proteso per tutta la vita verso una conoscenza totale attraverso la musica. Il secondo è Camille Saint-Saëns, di cui si propone la celeberrima “Sinfonia n. 3 in do minore“, che vede all’organo Alberto Gaspardo. Saint-Saëns, straordinario organista, in questo lavoro sinfonico diede una parte da solista importantissima al suo strumento prediletto, che si svela e che con la sua potenza fa immaginare mondi inauditi e tenebrosi.