MARCO GALVANI
Cultura e Spettacoli

Torniamo a Vivere: il pensiero 'rivoluzionario' di Beppe Stanco/ VIDEO

L'ultimo singolo dell'artista milanese tra l'elogio delle piccole cose e la critica a chi spreca il suo tempo

Milano, 21 dicembre 2020 – C'è il passeggero con la mascherina in un aeroporto deserto, ma anche immagini di rivolta e di rivoluzione, di razzismo, di verità, di ragazzi speciali. E la mano di un neonato che stringe il dito del papà. Come in un nastro che si riavvolge. Per ricominciare a 'Vivere'.

Parole, musica e video di Beppe Stanco. Artista poliedrico, cantautore e produttore milanese, direttore artistico del Premio Lunezia, dello Special Festival e di NYCanta (il Festival della musica italiana di New York presentato da Carlo Conti in mondovisione su Rai Italia), non ha voluto un brano da classifica, ma un pezzo che portasse a “un minimo di riflessione”. Perché “in questo momento così critico e drammatico, le cose piccole o che diamo per scontate diventano importantissime”. Ma “senza parlare espressamente della pandemia”. In fondo “soltanto la scena con le mascherine in aeroporto la richiamano in maniera esplicita”.

Il vero obiettivo è “far riflettere su tutto, anche sul diritto alla vita che, alla fine, in questo periodo un po' ce lo stanno negando”. E allora diventa ancora più forte la critica verso chi spreca la propria vita. “Vivere, è un diritto che mi porto dietro”. Vivere è un grido di speranza per tutti quelli che hanno una vita piena di difficoltà eppure affrontano le giornate sempre con il sorriso. Come i ragazzi speciali che sorridono sempre alla vita. Cambiano le abitudini, cambiano le regole, ma “nessuno può negarci il diritto di vivere e di farlo liberamente”.

“Ci è stato negato il contatto e la condivisione, la musica e la tecnologia ci hanno fatto sentire meno soli ed è proprio nei momenti di difficoltà che cerchiamo di appoggiarci agli altri e trovare negli altri la forza per superare gli ostacoli”. Beppe lancia un messaggio sincero, senza strategie. Una canzone delicata, semplice e diretta. Come un pugno in faccia. Che poi, però, diventa anche una carezza. Di speranza. Nascita e rinascita.