ANDREA GIANNI
Cultura e Spettacoli

Scoppia la cripto-bolla degli Nft a Milano e chiude il museo in Brera: è durato appena due anni

Il Tribunale ha dichiarato la liquidazione giudiziale della società Dal progetto pilota alla crisi: volevano rendere le opere fruibili a tutti

Un'esposizione fisica di Crypto Art organizzata dal Dynamic Art Museum

Un'esposizione fisica di Crypto Art organizzata dal Dynamic Art Museum

Il Dynamic Art Museum si autocelebrava, all’apertura, come il "primo spazio museale fisico al mondo a presentare l’arte Nft su larga scala, con 72 artisti Nft e oltre 140 opere". Dal virtuale al reale, in uno spazio in un palazzo signorile in via delle Erbe, a pochi passi dalla Pinacoteca di Brera e dall’Accademia di Belle Arti, che ora è tristemente chiuso. La società che gestisce la sala, la Dynamicartmuseum Srl, è finita davanti al Tribunale fallimentare di Milano, che ha dichiarato la liquidazione giudiziale (procedura che secondo le nuove norme sostituisce il fallimento) fissando a maggio l’udienza dei creditori per l’esame dello stato passivo.

Una vicenda che si inserisce nella bolla della cosiddetta “criptoarte“. L’Nft, acronimo di Non-Fungible Token, è un certificato di autenticità digitale, che attesta le caratteristiche, l’originalità e la proprietà di un bene materiale o digitale, attraverso registri crittografati basati sulla tecnologia blockchain. Per acquistare un Nft, quindi, è necessario avere un portafoglio digitale di criptovalute, compatibile con la blockchain su cui viene creato l’Nft. Monete digitali e opere d’arte realizzate con tecnologie digitali, che qualche anno fa erano apparse come le nuove frontiere, assieme al Metaverso: nel 2021 un’opera digitale dell’artista Beeple è stata venduta per oltre 60 milioni di dollari da Christie’s. Poi è scoppiata la bolla, con un crollo del 60% nel 2022. Adesso l’Nft che ritrae una scimmietta con colori fluo e occhiali colorati viene venduto online per 55.801 euro, Iva inclusa.

L’apertura del museo in zona Brera aveva cavalcato quest’onda, scegliendo Milano e il suo storico quartiere degli artisti per tastare il terreno. "È un nuovo format museale dinamico – scriveva nella presentazione il fondatore, il manager Pier Giulio Lanza – che presenta al pubblico artisti e opere di diversi periodi della storia dell’arte, a cui nessuno avrebbe normalmente accesso, provenendo esclusivamente da un network di collezionisti privati diffuso a livello internazionale. Al contrario dei musei tradizionali, legati a una collezione permanente, la definizione “dynamic“ del museo si esplicita nel proporre opere sempre nuove".

Una sorta di “democrazia dell’arte“ anche attraverso collaborazioni di prestigio e con enti pubblici che, però, è arrivata all’epilogo. In via delle Erbe è rimasto solo uno spazio vuoto. Sulla pagina Facebook si informano i visitatori che il museo è "temporaneamente chiuso per ristrutturazione".