
Carmela Remigio
Milano, 11 novembre 2020 - Fra i maggiori soprani italiani e internazionali, una voce raffinata che, partendo da Mozart, indaga in alcune fra pagine più belle della lirica con intelligenza sensibile. Carmela Remigio, milanese, è protagonista del concerto che LaFil – Filarmonica di Milano, dedica all’inaugurazione di Bookcity, sul podio il Maestro Marco Seco, al pianoforte Luca Ciammarughi. Il concerto, registrato a porte chiuse al Teatro degli Arcimboldi, è trasmesso in streaming questa sera, ore 20 sul sito di Bookcity: www.bookicitymilano.it.
Musica e letteratura, quale legame fra le due arti? "Un intreccio potente, penso a Lorenzo Da Ponte che ha dato la base alla trilogia mozartiana, fra gli autori tedeschi il poeta, lo scrittore stimola, interagisce con il compositore e nascono Lieder. Nel XX secolo nei capolavori assoluti di Mahler, Richard Strauss che canto in concerto, si nota che l’incontro con autori importanti rende la parola cantata meravigliosa. Sia per il compositore che per l’interprete è fondamentale avere una grande testo".
Come si trova in questo repertorio? "Perfettamente a mio agio, eseguo due dei “Vier letzte Lieder op. 150” di Richard Strauss, raccolgono la fine creativa ed esistenziale del compositore; il primo Lied è legato alla Primavera, al risveglio, tema del festival. Eseguo per la prima volta il Lied scritto per il finale della “Sinfonia n° 4” di Gustav Mahler; è tratto dalla raccolta popolare “Il corno magico del fanciullo”. E’ un brano sorprendente, svela la complessità dell’anima dell’autore, la sua interiorità, profondità".
E’ una buona lettrice? "Meno di quello che vorrei, devo sempre studiare, sono una cantante curiosa, onnivora di musica. L’invito della Fil è arrivato all’ultimo, da qualche giorno sono solo concentrata sui Lieder, mi è stato annullato “Don Giovanni” a Roma diretta da Daniele Gatti e la Filarmonica milanese mi ha chiamato. E’ un tale piacere poter essere con loro, una giovane orchestra diretta da un giovane direttore".
Per gli artisti della musica il 2020 sarà ricordato come triste e difficile. "Per andare in scena ci vogliono tante persone, cantanti, orchestrali, coristi e tecnici, spettatori. In streaming cerchiamo di essere vicini al nostro pubblico. Con i nuovi mezzi tecnologici portiamo a casa di tutti il concerto, il pubblico manca tantissimo a tutti noi, ma non abbiamo altro soluzioni".
Suo marito Antonio Di Sabatino è primario e docente all’Ospedale di San Matteo di Pavia, in prima linea per il Covid 19. Come riesce a stragli vicino? "Invento storie, altre volte gli sto vicino in silenzio. O gli parlo di musica. A lui piace, suona il violoncello".