Milano, 6 dicembre 2022 - Domani al Teatro alla Scala andrà in scena la Prima che inaugurerà la stagione 2022/2023. Quest'anno, la Scala ha scelto un’opera russa, 'Boris Godunov', dramma musicale popolare in un prologo e tre atti su libretto di Modest Petrovič Musorgskij (versione 1869) diretto da Riccardo Chailly con la regia di Kasper Holten e IldarAbdrazakov nel ruolo eponimo. Titolo ricorrente delle stagioni scaligere fin dalla prima italiana del 1909 voluta da Toscanini (ma diretta da Edoardo Vitale), diretto tra gli altri dallo stesso Toscanini ma anche da Guarnieri, Votto, Gavazzeni e Gergiev, Boris Godunov apre la Stagione scaligera per la seconda volta dopo la memorabile edizione diretta da Claudio Abbado nel 1979 con la regia di Juri Ljubimov.
La versione
La versione scelta è quella primigenia del 1869, che sgomentò i contemporanei per i tratti innovativi e realistici tanto dal punto di vista drammaturgico quanto da quello musicale e si concentra sul tema della colpa individuale e sulle sue inevitabili conseguenze. Al Piermarini sarà la 25esima rappresentazione scaligera del capolavoro russo. Interpreti delle parti principali sono Ildar Abdrazakov nelle vesti del protagonista, lo zar di tutte le Russie, Ain Anger come Pimen, Stanislav Trofimov come Varlaam, Dmitry Golovnin come Grigorij Otrepev e Norbert Ernst come Šujskij, mentre Lilly Jørstad è Fëdor. Il Coro del Teatro alla Scala sarà diretto dal Maestro Alberto Malazzi.
Il legame con Shakesperare
Delitto, coscienza, potere, verità, colpa, castigo. E l'eterna lotta tra il bene e il male. Tutti temi degni di una tragedia di Shakespeare. 'Boris Godunov' vanta diversi elementi in comune con i personaggi usciti dalla penna del Bardo, cui Puškin, l'autore della opera che ispirò Musorgski trasse ispirazione. "Shakespeare - scriveva lo stesso Puškin - l'ho imitato nella libera e larga pittura dei caratteri, nella straordinaria costruzione dei tipi e nella semplicità, Karamzin l'ho seguito nel chiaro sviluppo degli avvenimenti". Una vicenda cupa che riecheggia l'argomento del Macbeth verdiano con cui il Teatro alla Scala ha inaugurato la Stagione 2021/2022.