SIMONA BALLATORE
Cultura e Spettacoli

Il ritorno del Signor Rossi, due tavole inedite per il personaggio di Bozzetto

Dagli archivi Mondadori riprende vita la storia pubblicata per la prima volta nel 1977

Bruno Bozzetto con il suo Signor Rossi

Milano, 13 ottobre 2018 - «Lo abbiamo tenuto in naftalina, ma il Signor Rossi è sempre vivo ed è pronto a tornare». Lo annuncia il suo “papà”, Bruno Bozzetto. Primo passo sulla carta, ne “I sogni del Signor Rossi”, martedì 16 ottobre in libreria. Dagli archivi Mondadori riprende vita la storia pubblicata per la prima volta nel 1977, tratta dall’omonimo film scritto da Bruno Bozzetto, Guido Manuli e Maurizio Nichetti, e ripubblicata per Piemme - Il Battello a Vapore, con due tavole inedite firmate dal maestro dell’animazione. Sarà tenuto a battesimo sabato 20 al Cinemino di Milano: presentazione alle 17 e proiezione del film. Ma in cantiere c’è anche un nuovo Signor Rossi “animato” alle prese con il mondo digitale e col pubblico dei bambini.

Bentornato Signor Rossi...

«Quanto mi fa piacere... È un personaggio che in realtà continuo ad usare, perché parlando della nostra vita, nelle situazioni in cui siamo immersi il Rossi è istintivo che esca. Però avevo smesso di usarlo come personaggio da film dopo “Allegro non troppo” e ha avuto diverse fasi. Nelle vignette è diventato una persona parlante ed è un po’ più cattivello rispetto alle serie tivù per bambini. Prende in giro di più la nostra vita».

Qual è la sua forza e la sua attualità?

«La forza dell’uomo comune. Pensiamo ai Simpson, la serie televisiva più lunga del mondo. Perché funziona? Perché parla alla nostra vita, è la nostra vita. Il Signor Rossi è così, per questo resta giovane. Ha problemi sul bus o in metropolitana quando cambiano i meccanismi, è alle prese con la burocrazia. È uno di noi».

Tre caratteristiche intoccabili?

«Non c’è nulla di intoccabile, ma certo non perderà il disagio, lo spirito critico. Il Signor Rossi non accetta nulla senza prima provarlo, è come San Tommaso. E poi deve conservare il suo ottimismo nel pessimismo. Perché anche se tante storie finiscono male, il fatto solo di provarci significa essere ottimisti e questa cosa mi piace.Mi piacerebbe trasmettere questo del Signor Rossi anche ai giovani animatori anche se andrà ringiovanito».

Chi è il Signor Rossi oggi?

«È sempre lui, ha una certa età, si trova immerso nella tecnologia più sfrenata ed è divertente perché vorrebbe fare tante cose ma non ci riesce, avrà bisogno di una mano...»

Ci sarà un aiutante quindi?

«Più che un aiutante mi immagino un nipotino, uno che lo stimola. Ovviamente oltre a divertire il Signor Rossi continuerà a far riflettere, deve lasciare un messaggio».

Sarà nuovo anche nel disegno?

«Sì, anche se non molto. Non deve perdere la sua identità. Mi piacerebbe tornare alle origini del mio nome. Mi chiamo Bozzetto, mi sono sempre piaciuti i bozzetti. Mi piacerebbe un tratto meno definito, anche se questo potrebbe creare problemi perché meno linee ci sono e più il disegnatore deve essere veramente bravo...».

Anteprima però martedì in libreria.

«Con “I sogni del Signor Rossi” e son curioso. È un libro molto bello, colorato, vivace, una riedizione del libro del 1977 tratta dal film. Mi hanno chiesto una nuova prefazione, ma anziché scrivere ho preferito fare due paginette disegnate per spiegare il mio rapporto con quel Signor Rossi nato a Bergamo, perché a un festival cittadino rifiutarono un mio film, e che poi è diventato l’italiano medio. Il libro lo riporterà in auge, ha ancora tanto da dire».

Lo riporterà alla memoria e lo presenterà ai bambini...

«Sì, ai bambini in Italia, perché in Germania lo conoscono tutti e all’estero diventano matti, è arrivato anche negli Emirati Arabi. Anche qui c’è chi però mi sorprende e lo vede a 7 anni. Il Signor Rossi parla ai bambini e anche agli adulti. È “multi facing” ed è anche social, ha la sua pagina Facebook»

Quando lo rivedremo in tivù?

«Ci stiamo lavorando, magari nel 2020, abbiamo tirato in ballo anche Maurizio Nichetti. Il nuovo Signor Rossi ne combinerà tante, sarà carino accostare la generazione analogica a quella digitale». Lunga vita al Signor Rossi.