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Milano, il Caravaggio della discordia alla Pinacoteca di Brera

Si tratta di una Giuditta e Oloferne attribuita a Caravaggio. Ma di fronte all’attribuzione proposta, gli storici dell’arte si sono subito divisi. Si potrà ammirare dal 10 novembre al 5 febbraio

La Giuditta che decapita Oloferne attribuita a Caravaggio

Milano, 4 novembre 2016 - 'Giuditta ed Oloferne', dipinto scoperto recentemente in una soffitta di Tolosa e protagonista di una contestata indicazione come opera perduta di Caravaggio, sarà esposto dal 10 novembre al 5 febbraio nella Pinacoteca di Brera a Milano. Accanto ci saranno  altre opere, come 'La cena di Emmaus', conservato a Brera e sicuramente di Caravaggio, e una copia di 'Giuditta e Oloferne' eseguita dal pittore fiammingo Finson, che lavorò a Napoli con Caravaggio e vide così l'originale prima che scomparisse.

Questa esposizione è accompagnata da polemiche di due specie. Le prime riguardano l'attribuzione del dipinto. Gli storici dell'arte sono divisi. Per Nicola Spinosa, ex direttore del Museo di Capodimonte, si tratta proprio del perduto quadro originale di Caravaggio; Mina Gregari, massima esperta di questo artista, invece è decisamente scettica.

Il secondo filone di polemiche riguarda l'opportunità o meno che Brera esponga il quadro di Tolosa con sotto l'etichetta 'Caravaggio', senza neppure un interrogativo, come hanno preteso i proprietari francesi. Nell'accettare questa condizione, il direttore di Brera James Bradburne ha fatto presente che le opportune spiegazioni saranno scritte sul catalogo della mostra. Bradburne ritiene importante che il quadro sia esposto, perché il pubblico possa vederlo, confrontarlo con gli altri della mostra e farsi così un'opinione personale. Tuttavia Giovanni Agosti, docente universitario e componente del Comitato Scientifico di Brera, è arrivato a presentare le proprie dimissioni per protesta. Sullo sfondo, ma in posizione non secondaria, aleggiano i 120 milioni di euro che i proprietari del quadro di Tolosa pensano di poter ricavare da una vendita.