Milano – Di e con Caterina Guzzanti. “Secondo lei” è il primo spettacolo scritto e diretto interamente dall’attrice romana e non sarebbe potuto essere altrimenti. Perché già la scelta del tema è particolare. La prospettiva dal quale se ne parla lo è ancora di più. L’attrice sarà in scena con Federico Vigorito al teatro Elfo Puccini di Milano dal 17 al 22 dicembre.
Guzzanti, uno spettacolo in cui una donna parla del punto di vista di una donna sulla vita di coppia. Non rischia di essere un po’ retorico?
“No, io sono una donna e difficilmente posso esprimere un punto di vista maschile. Per scrivere lo spettacolo ho preso spunto da storie d’amore vissute da me e da alcune mie amiche, oltre che da conoscenti. Al centro di ‘Secondo lei’ c’è il tema dell’impotenza sessuale all’interno di una coppia. Non ho voluto raccontarlo da donna, ma ho voluto raccontare cosa pensa una donna quando si trova a vivere un dolore del genere. Ho voluto indagare cosa prova la donna, cosa prova chi sta dall’altra parte rispetto al problema maschile. Perché c’è un muro di silenzi, siamo state istruite da piccole che ‘se ti capita devi stare zitta altrimenti fai peggio’. Il titolo ‘Secondo lei’ deriva proprio dal fatto che la protagonista è una donna che si fa molte domande su di sè con la pretesa di risolvere tutti i problemi anche dell’altro”.
A chi consiglia la visione dello spettacolo?
“Tutti, uomini e donne in egual misura. Quando inizia lo spettacolo percepisco un certo da parte del pubblico. Che poi capisce di cosa si sta parlando e scende il gelo. Le donne cominciano a ridere prima degli uomini, però alla fine ricevo molti complimenti dagli uomini su come è scritto dello spettacolo e questo mi fa molto piacere. Mi chiedono chi ha scritto le parti di lui. Indovina? Quando gli uomini sono stupiti sono molto contenta. Tutti si riconoscono nelle dinamiche non dette di aspettative che sono in tutte le coppie. Non se ne parla. Le donne spesso si irrigidiscono”.
A proposito di pubblico. In tv ultimamente si vedono molti reality show avere un rapporto controverso con gli spettatori. Cosa ne pensa?
“Non guardo la tv, ma non per una forma di snobismo. Io ho un vecchio e meraviglioso Pioneer che mi ha regalato mio padre 30 anni fa e che non ha la predisposizione per il digitale terrestre. Quindi uso le app, guardo soprattutto Raiplay, La7, che peraltro ha un’app che funziona malissimo, e poco altro. Non voglio cambiare televisore. Detto questo, per me è inconcepibile che la gente creda a quello che vede. Se fossero davvero reality, non avrebbero quella sfilza di autori nei titoli di coda”.
Nel corso della sua lunga carriera ha interpretato tanti personaggi, a quale è più affezionata?
“Ho messo in scena per tre anni il personaggio di Orsetta Orsini Curva della Cisa, lei mi è rimasta particolarmente nel cuore. Ho scritto 54 sketch su questo personaggio, andrebbero rimesse insieme. Amo i cavalli e nel mondo dell’equitazione si vede davvero di tutto, compresi bambini insopportabili e viziati. Che poi in realtà sono così a causa dei genitori e non perché lo sono loro”.
I suoi progetti futuri?
“Dovrò rimettermi a scrivere. Ho messo tanto impegno e tanto di me in questo spettacolo e ad ogni replica mi rendo conto che tutto torna, che le cose che dicono i due personaggi sono simmetriche. Essendo pezzi di vita reale, lo spettacolo mi stupisce sempre e quindi mi ci immergo sempre di più ogni volta. Per questo non riesco a pensare ad altro, a distrarmi e a concentrarmi su qualcosa di nuovo. Però vorrei che ci fosse un autore uomo che scrivesse ‘Secondo lui’. Sarei molto curiosa di capire come potrebbe essere”.