ANNAMARIA LAZZARI
Cultura e Spettacoli

Se il Cenacolo diventa "intimo": a scoprire Leonardo tanti milanesi

Sold-out per la riapertura al pubblico dell’ex refettorio, rimasto inaccessibile per oltre tre mesi. Tra le novità non solo il termoscanner, ma anche il numero degli ingressi: cinque ogni quarto d’ora

Una famiglia davanti alla biglietteria

Milano, 10 giugno 2020 - Torna a farsi ammirare l’Ultima Cena di Leonardo da Vinci. Ieri alle 14 ha riaperto, dopo un lockdown iniziato il 23 febbraio, il Museo del Cenacolo Vinciano. Le regole anti-Covid hanno rivoluzionato la visita in Santa Maria delle Grazie. Alla biglietteria si può ritirare il ticket ma è necessario procedere prima alla prenotazione (online su Vivaticket, via email, da rete fissa 800990084). L’osservanza ligia di alcuni "riti" per la sicurezza sanitaria - termoscanner, mascherina, distanza interpersonale di un metro e mezzo - è fondamentale per accedere all’ex refettorio del convento. La novità più dirompente è questa: il numero di visitatori ammessi a vedere il dipinto murale più famoso al mondo è di cinque ogni 15 minuti. Prima dell’epidemia ne potevano entrare 35/40 ogni quarto d’ora. Poiché allora l’orario era spalmato dalle 8.30 alle 19 gli ingressi potevano toccare 1.400 al giorno; in questa fase saranno un centinaio, con orari modificati (martedì-venerdì dalle 14 alle 19 e sabato-domenica dalle 9 alle 13.45).

«Si è voluto in ogni caso preservare la qualità dell’esperienza. Avremmo potuto aumentare gli ingressi riducendo il tempo di permanenza a cinque minuti. Ma non sarebbe stato sufficiente per capire quest’opera straordinaria e il luogo in cui si trova", spiega Emanuela Daffra, a capo della Direzione regionale Musei Lombardia. Gli accessi "ultra-contingentati" fanno diventare l’esperienza estetica del capolavoro di fine ’400 qualcosa di "quasi esclusivo" rimarca Michela Palazzo, direttore del Museo del Cenacolo Vinciano. "Si crea un’atmosfera che noi addetti ai lavori riusciamo a vivere quando il museo è chiuso ma che finora era preclusa ai più. Grazie alle nuove condizioni c’è un’opportunità rara di rimanere in un ambiente, quello del refettorio, che è nato per la meditazione". La "rarefazione" dei visitatori crea le condizioni di "un rapporto più intimo con le opere, in particolare con il dipinto di Leonardo che tutto predispose per attivare un coinvolgimento emotivo di chi guarda, dal sapiente uso della prospettiva ai movimenti che sono espressione dei sentimenti", dice Palazzo.

Un’opportunità che diventa ghiotta per milanesi, lombardi e italiani. Prima del lockdown non era facile acquistare un biglietto per il Cenacolo a causa di turismo straniero, tour operator e scolaresche. Adesso è diverso anche se ieri è stato comunque sold-out. A presentarsi in piazza Santa Maria delle Grazie un pubblico local. Pietro Arrighetti, 23 anni, da Milano, ha sfruttato la sua giornata libera per un’immersione artistica in due tappe: "Il mattino Brera e il pomeriggio il Cenacolo che non ho mai visto". Da Bareggio è arrivato Riccardo Ferrer, 27 anni, che per la sua "prima volta" si è presentato con la fidanzata Alice Lionetti "per condividere un ricordo indimenticabile". Sara Cosentino, con marito e figlio, da Legnano, ha approfittato della sua giornata di ferie per fare la visita che attendeva "da anni".

Un’ultima curiosità. Il sistema di filtraggio del museo non è stato modificato dopo il virus. Per il semplice motivo che era già il più avanzato disponibile. Nel refettorio il ricambio dell’aria avviene quasi quattro volte in un’ora. Il sistema è stato inaugurato dopo l’ultimo restauro conclusosi nel 1999. "I suoi filtri assoluti bloccano il 99,9% delle particelle. E anche il virus", afferma Palazzo. "Le condizioni del refettorio sono assimilabili a quelle in una camera sterile di un ospedale", aggiunge Daffra. L’esperienza, per fortuna, è decisamente diversa.