ANDREA SPINELLI
Cultura e Spettacoli

Claudio Baglioni: “Il mio Piano di volo tra fantasia e realtà”

Stasera il primo di tre concerti agli Arcimboldi di Milano. “Scaletta soggetta a cambiamenti e reinterpretazioni, è il più imprevedibile dei miei show”

Claudio Baglioni è in tour con il suo “SoloTris”: voce e pianoforte (Foto Angelo Trani)

Claudio Baglioni è in tour con il suo “SoloTris”: voce e pianoforte (Foto Angelo Trani)

Milano – Prepararsi al decollo. Se accanto a Morandi si sentiva un capitano (coraggioso), nel tour con cui va in scena stasera agli Arcimboldi di Milano, Claudio Baglioni si aggiusta il cappello da pilota per condurre il pubblico in volo tra i suoi piccoli grandi amori. In replica pure il 9 e 10 aprile - nella prosecuzione di un tour che lo vede i al Teatro Grande di Brescia il 6 e 7 aprile e al Teatro Sociale di Como dal 25 al 27 - il cantore della maglietta fina ripropone la formula dei tre pianoforti già utilizzata nei tour “Solo” e “SoloBis”.

“Nelle prime due ‘stagioni’ alcuni teatri li ho letteralmente scoperti, perché prima non c’ero mai stato” dice. “In questo ‘SoloTris’, trattandosi di sequel, suono in teatri dove mi sono già esibito” spiega. “Però quando arrivo, anche se in anticipo, ho un’abitudine: non vado in camerino, ma sul palco per avere subito un’impressione, che spesso è di familiarità. Questi teatri sono dei veri gioielli, c’è un’impressione dal palco che toglie il fiato. Io sto facendo i più grandi e prestigiosi, ma in Italia c’è un patrimonio invidiabile, ineguagliabile. Ci sono dei teatri lirici di 99 posti dove il palcoscenico è quasi più grande della sala d’ascolto”.

Convinto, come Leonardo Da Vinci, che “quando cammini sulla terra dopo aver volato, guardi il cielo, perché là sei stato e là vorresti tornare”, Baglioni racconta che lo spettacolo si intitola “Piano di volo” perché “io sono il pilota, l’unico trasvolatore con la mia voce e alcuni strumenti; i primi aviatori, i trasvolatori, cominciarono con le loro imprese solitarie a cercare di unire i luoghi, a vedere come certi sogni potevano assomigliarsi e realizzarsi”.

Vista la chiave solista di questa ennesima impresa, si tratta di un nuovo incontro di parole e storie parallele sul filo delle canzoni, con dieci dita e una voce. La sua. “Il pianoforte è lo strumento del mio piano di volo. Ripercorro, in tre ore di racconto e musica, quello che è stato il mio percorso, tra storia e favola, realtà e fantasia, strada e palco. Sono ‘concerti ravvicinati del terzo tipo’ e i piani di volo cambieranno a seconda del viaggio e degli incontri. Ecco perché la scaletta è soggetta a cambiamenti e a reinterpretazioni, è il più imprevedibile dei miei show”.