
Beatrice Rana
Milano, 16 febbraio 2020 - E’ la star italiana del pianoforte, Beatrice Rana nata a Copertino nel 1993, talentuosa e premiatissima torna a esibirsi, il 17 febbraio, ore 20, per la stagione della Filarmonica della Scala diretta da Fabio Luisi. In programma il “Concerto n. 4 in sol maggiore op. 58 per pianoforte e orchestra” di Ludwig van Beethoven, nuova tappa dedicata al compositore nel 250° anniversario, e la “Sinfonia n. 2 in do minore” di Bruckner. Per chi non potrà essere al Piermarini il concerto è trasmesso in diretta da Rai Radio 3. Figlia di musicisti, Ludovica la sorella minore è un’eccellente violoncellista, Beatrice Rana racconta «In casa c’era un pianoforte, ho desiderato suonarlo fin da piccolissima».
Dopo i grandi successi internazionali, ritorna al Teatro alla Scala. «E’ sempre un’emozione fortissima, sono pianista e italiana. La Scala è riconosciuta come il tempio della musica in tutto il mondo. Voglio condividere la gioia di suonare qui non solo con il pubblico ma anche con l’Orchestra; la prima volta che mi sono esibita alla Scala avevo ventun anni e gli orchestrali sono stati un gran sostegno per il mio debutto milanese. Confesso che sono felice ma anche un po’ in ansia».
E’ famosa in tutto il mondo. Chi sceglie il programma? «Direttore e solista decidono insieme la scelta di un brano, in questo caso ho spinto per il Quarto Concerto di Beethoven, fra i cinque scritti dal compositore è il mio preferito, è di una bellezza quasi sovrumana».
Cosa significa, per lei, condividere il palcoscenico con sua sorella? «E’ un privilegio. Suonare con altri musicisti crea sempre affinità ma, quando mi esibisco con Ludovica avverto una sintonia unica che non ritrovo con altri. Durante le prove ci divertiamo, litighiamo ma al momento del concerto nasce fra noi una magia».
E cosa crede di aver ricevuto dai suoi genitori? «Essere figlia di pianisti è una fortuna, la musica appartiene al nostro quotidiano. Con i miei ho potuto condividere tutti i passaggi della mia crescita, gli anni scolastici affrontati durante il Conservatorio, la decisione di perfezionarmi all’estero e oggi la carriera lavorativa. Non mi sono mai sentita sola, ho creato il festival estivo musicale “Classiche Forme” e ammetto che senza il loro contributo, l’affetto non sarei riuscita a portare a termine questo progetto così importante per la nostra terra».