ANDREA SPINELLI
Cultura e Spettacoli

Le note di Cristina Donà e Saverio Lanza, tributo agli spiriti guida: “Non chiamatele cover, dentro ci siamo noi”

Milano, i due artisti portano il loro spettacolo sul palco del Castello Sforzesco: “Quando sei sulla strada da tanto tempo ti domandi dove stai andando. È automatico provare a unire i puntini e capire il disegno che c’è dietro”

Cristina Donà e Saverio Lanza

Cristina Donà e Saverio Lanza portano in scena “Spiriti Guida“

Milano – Una cover per due. Quella tra Cristina Donà e Saverio Lanza è un’intesa l’avventura di “Spiriti guida”, lo spettacolo con cui tornano al Castello Sforzesco il 7 settembre, proietta verso repertori altrui incrociando le rispettive geografie artistiche e sentimentali. “Per non essere trascinati via dalla fluidità dei tempi c’è bisogno di aggrapparsi alle certezze delle canzoni di chi ci ha sempre ispirato” racconta Lanza. “Quando sei sulla strada ormai da un bel po’ e ti domandi cosa stai facendo, dove stai andando, scatta in maniera quasi automatica la necessità di collegare i puntini per provare a capire il disegno che c’è dietro. E, visto che con Cristina non tornavamo al Cortile delle Armi dai tempi del tour a tre con Ginevra di Marco, questa ci sembra una bella opportunità”.

La formula dello spettacolo è particolare.

Donà: “Ogni tributo è accompagnato da una canzone mia o di Saverio legata ai suoi mondi e a suoi linguaggi. D’altronde sono io sono nata così, sui palchi dei pub sviluppando con certi brani un rapporto tanto viscerale da avere qualche problema a parlare di cover. Li vedo, piuttosto, come uno spazio condiviso in cui far risuonare la propria sensibilità seppur con parole e musiche altrui. Un po’ quello che al momento sto facendo pure sul repertorio di Nick Cave, grazie ad uno spettacolo dedicato a lui che ho in agenda a Firenze il mese prossimo”.

Spiriti guida divergenti ne avevate?

Lanza: “Certo. Lei è notoriamente una springsteeniana, mente io Bruce, soprattutto per quel che riguarda i testi, non lo conoscevo così bene. Debbo dire che, sotto questo profilo, Cristina mi ha spalancato dei mondi”.

Donà: “Lui invece ha voluto inserire nello spettacolo il frammento di un’opera di Claudio Monteverdi, ‘Lamento di Arianna’, a cui diamo una lettura consona alla mia preparazione vocale, che non è certo quella di una cantante lirica. Una dimensione per me nuova, che m’ha molto nutrita. D’altronde Saverio è figlio di uno scienziato e ha quella testa lì, aperta, curiosa”.

Rinunce dolorose?

Donà: “Fossati, Joni Mitchell... Anche se ‘Blue’ della Signora del Canyon sta nella ‘sigla’ iniziale dello spettacolo in cui si rincorrono citazioni di quel che manca, a cominciare da ‘Per Elisa’ di Alice e Battiato; penso, infatti, che la vittoria a Sanremo di quel brano abbia segnato una vittoria femminile, femminista, affermando un mood di canzone fuori dagli schemi. Durante il cammino ci siamo visti costretti a sfrondare un po’ di repertorio, togliendo cose di Björk o Bianca D’Aponte che, se lo spettacolo continuerà negli anni, non è detto che non si possa recuperare”.

Lanza: “Mancano brani dei Rolling Stones, ma pure di De André, anche se a lui con Cristina avevamo già dedicato anni fa uno spettacolo intero (“Amore che vieni, amore che vai“, ndr) impreziosito dalla presenza di musicisti come Bosso, Marcotulli, Girotto, Pietropaoli”.

Un’idea da realizzare?

Lanza: “Sto lavorando ormai da tempo a un progetto su me stesso capace di mettere ordine tyra le tante cose fatte in oltre trent’anni d’attività. Ovviamente ci sarà pure Cristina, che considero una personalità artistica gigante. Fosse nata all’estero, l’acclameremmo come PJ Harvey”.

Donà: “Comporre per il cinema. Ultimamente ho scritto un brano con Lorenzo Esposito Fornasari, ‘La vela’ per la colonna sonora de ‘La seconda vita’ di Vito Palmieri scoprendo che il lavoro di scrittura sulle immagini mi piace tantissimo”.

Un regista vicino ai suoi mondi?

Donà: “Fra gli stranieri Wim Wenders o Ruben Östlund, mentre in Italia, probabilmente, Emanuele Crialese; il suo ultimo film ‘L’immensità’ è molto bello… Anche se non ne ho capito il finale”.