CRISTIANA MARIANI
Cultura e Spettacoli

Cuta nella valle dei rapper: “Il muretto di San Babila resta parte del mio dna”

Il 22enne di San Giuliano Milanese vincitore della seconda edizione di ‘Nuova scena’, il talent show di Netflix: “La battle con Ensi è stata un sogno, partecipare al programma mi ha cambiato la vita”

Luca Olivari, in arte Cuta, di San Giuliano Milanese, è nato nel 2003

Luca Olivari, in arte Cuta, di San Giuliano Milanese, è nato nel 2003

San Giuliano Milanese (Milano) - È nato a San Giuliano Milanese il vincitore della seconda edizione di ‘Nuova scena’, il talent show di Netflix che vede i giudici Rose Villain, Fabri Fibra e Geolier incaricati di scegliere il miglior rapper d’Italia. Anzi, della nuova scena rap italiana.

Cuta, ossia Luca Olivari, succede così al 32enne romano Spender nell’albo d’oro del talent show. Il 22enne, che deve il proprio nome d’arte alla storpiatura del suo nome di battesimo datogli dalla sorella, è partito da San Giuliano Milanese per poi andare letteralmente alla conquista di mezza Italia essendo diventato uno dei nomi più famosi delle ‘battle’, i duelli a colpi di parole e rime. Ironico, dissacrante, ma anche profondo: lo stile di Cuta ha convinto sin dalle Auditions.

Cuta, in questo “giro per l’Italia” cosa si porta di San Giuliano e del mondo milanese?

“Le parole nelle canzoni e nelle battle di freestyle sono importanti, mi sono sempre rimasti i modi di dire della mia adolescenza, il modo di parlare. Io rappresento il mondo del freestyle, il muretto di San Babila, nel mio dna tutto questo rimane”.

Come è cambiata la sua vita da quando ha vinto “Nuova scena”?

“In realtà la mia vita è cambiata da quando abbiamo iniziato a registrare il programma, tanto dal punto di vista dei ritmi quanto per l’aspetto mentale. Prima mi dedicavo soprattutto alle battle di freestyle e guadagnavo anche dando ripetizioni scolastiche, adesso le cose sono cambiate. Prima scrivevo magari otto tracce in un mese e il mese dopo nulla, ora la musica è un impegno a tempo pieno. Adesso che è uscita tutta la stagione di “Nuova scena“, poi, c’è chi mi riconosce e mi ferma per strada e nei locali, quindi cerco di essere più controllato, di comportarmi meglio”.

Un aggettivo per ciascuno dei tre giudici di “Nuova scena”?

“Geolier versatile, Fabri Fibra leggendario, Rose Villain volto dell’Urban. Non è un aggettivo, ma è la definizione che le calza meglio in questo momento”.

È stato il successo nella battle con Nachelo, rapper campano fra i più promettenti di “Nuova scena 2“, a farle capire che avrebbe potuto vincere?

“In realtà no, non ho mai avuto la sensazione di poter vincere il programma. Di poter funzionare, però, sì. Quello l’ho capito dopo le Auditions, perché riuscivo a prendermi l’attenzione del pubblico: lì le esibizioni sono “one shot, one kill” e vedevo ogni volta che la gente mi seguiva. Per questo ho cercato di usare tutte le mie competenze, tutti gli strumenti che avevo acquisito nei miei giri per le battle e i freestyle nelle varie piazze italiane. La battle con Nachelo è stata bella, quella con Ensi è stata un sogno. Ai videoclip (gli inediti di Cuta a “Nuova scena” sono “Mica io” e “Sedicenne incinta”, ndr) ho forse capito che le cose sarebbero potute andare anche meglio perché i commenti dei giudici su una mia canzone intera erano positivi”.

Come nasce un suo brano?

“Ho un aspetto in comune con Marracash: anch’io come lui prendo appunti, ho una nota sul telefono in cui segno quello che mi succede e quello che vedo durante la giornata. Ho un’ispirazione un po’ emotiva e quindi ogni tanto rileggo questa nota, sto a scrivere ore in cui rappo come parlo, mi faccio trasportare dal beat. Le mie canzoni sembrano un po’ ognuna un concept, ma in realtà faccio davvero rap come parlo. Cerco di fare rime un po’ per tutti, perché se la musica non arriva a più persone possibili tanto vale farla nella propria cameretta e lasciarla lì”.

Quali sono i suoi rapper di riferimento?

“Senza dubbio Ensi, che è il maestro di chiunque voglia fare freestyle in Italia. Poi tra i miei preferiti ci sono il mio idolo Marracash, Nayt, Emis Killa. Ho sempre ascoltato anche Fabri Fibra, il mio manager dice che ho qualcosa del Fibra di “Turbe giovanili“ ed essere anche solo lontanamente paragonato a lui mi lusinga tanto. Un altro artista che ascolto tantissimo e che purtroppo non ha raccolto quanto merita è Caparezza. Poi a livello di scrittura mi piace molto Dutch Nazari”.

La collaborazione dei suoi sogni?

“Sarebbe con gli artisti che ho citato e Willie Peyote. Dei volti “nuovi” mi piacerebbe lavorare con Ele A, Sayf, 22simba”.

Progetti futuri?

“In estate porteremo in giro la nostra musica con diversi live, ma non è ancora il momento di un disco. Le canzoni nuove sono in lavorazione, dobbiamo solo trovare la formula più intelligente per metterle insieme”.