ANNA MANGIAROTTI
Cultura e Spettacoli

Daniele Gattano: “M’ispiro origliando al Mc in Centrale. Uniti per l’Abruzzo meglio di Mameli”

A ruota libera al teatro Manzoni con “Perestrojka e Pancake”. “Il titolo? Non mi piace che identifichi lo spettacolo. Occhio al patriottismo estremo: era Made in Italy pure il fascismo. Ma il duce scampò a vari attentati...”

Daniele Gattano, 30 anni, è originario di Verbania. Ha debuttato come comico nel 2016 a Colorado, su Italia 1. Il 13 e 14 gennaio è al Teatro Manzoni di Milano

Daniele Gattano, 30 anni, è originario di Verbania. Ha debuttato come comico nel 2016 a Colorado, su Italia 1. Il 13 e 14 gennaio è al Teatro Manzoni di Milano

Milano – Al Teatro Manzoni di Milano, il 13 e 14 gennaio, si riaffaccia Daniele Gattano, attesissimo, con “Perestrojka e Pancake”.

Può tradurre?

“Non mi piacciono i titoli che identificano subito lo spettacolo”.

Ci faccia una cortesia.

“L’ho costruito sulle contraddizioni. A cominciare dalla “perestrojka”, in russo “riforma”, e dalla frittella americana “pancake”, il dolce più veloce che esista”.

Confessi, favorisce il dialogo Usa e Russia su incarico della Farnesina?

“E va bene, sostituisco Elisabetta Belloni, che proprio il 15 gennaio lascerà la guida dei Servizi segreti”.

Dove raccoglie le informazioni?

“Mi piace origliare in giro. E questo spettacolo è meno autobiografico. Parto più dall’esterno, mettendo insieme contrasti e contraddizioni dei vari dialoghi sentiti davvero”.

Per esempio, dove?

“Al McDonald’s della Stazione Centrale di Milano: da un tipo che era stato in crociera ho sentito dire che la cosa che gli piaceva di più era il fatto di visitare un posto, ma poi tornare la sera sulla nave, e trovarsi circondato da italiani. Patriottismo assurdo”.

Nascere italiano, d’accordo, non è un merito.

“Come nascere biondo non è da rivendicare con orgoglio”.

Del Made in Italy, del saper fare, però è riconosciuta ovunque l’eccellenza.

“Anche il fascismo è Made in Italy”.

Grande revival di Mussolini, si moltiplicano romanzi, potenti fiction. Pure questa sua ultima stand up comedy lo considera, perché?

“Mi ha colpito, per la verità, scoprire nella biografia del duce che scampò a vari attentati. Come la sera del 31 ottobre 1926, durante la commemorazione della marcia su Roma a Bologna: il quindicenne Anteo Zamboni esplose un colpo di pistola verso il capo del Governo, bucandogli la giacca e sfiorandogli il petto”.

Anche una certa Violet ci provò. Pacifista o squilibrata?

“Era l’irlandese che dal Campidoglio riuscì solo a ferirlo al naso: Mussolini in quel momento stava compiendo il saluto romano che lo aveva portato ad arretrare la testa”.

Per pochi centimetri si salvò, come Trump.

“Fascista è il destino”.

Tornando al patriottismo, al posto dell’Inno di Mameli proporrà una canzone di Mr. Rain?

“Sia chiaro, le mie obiezioni sono solo estetiche: musicalmente bruttino, anzi brutto, e testo incomprensibile”.

Nel Paese con la più vasta tradizione canterina, in effetti, si sentono altri commenti poco entusiasti.

“Io preferisco “Domani 21/04.2009”, singolo di beneficenza del supergruppo italiano Artisti uniti per l’Abruzzo. Inciso e pubblicato da cinquantasei fra i più popolari cantanti e musicisti di musica leggera e rap italici, in ricordo del terremoto dell’Aquila del 2009”.

Persino sulle suore troverà da ridire?

“Certo, sono ossessionato dalla precisione. E non mi va proprio che mostrino l’attaccatura dei capelli. Devono farsi vedere con un outfit esattissimo”.

Ma suore ne vede ancora in giro?

“Sì, a Roma, dove abito. Tante straniere, bene integrate. Fanno simpatia: mi ricordano Sister Act, la cantante pupa del gangster, che veste i panni di Suor Maria Claretta”.

Ci risiamo con i travestimenti, nel ruolo di un comico chissà chi si cela...

“Lasciamo scoprirlo al pubblico”.

Oltretutto, Gattano, lei è proprio bravo. Continua a collezionare grand prix, incoronato Il Giullare 2019... Gli spettatori si prenotano per assistere a “Perestrojka e Pancake”, che debutta oggi a Cesena e poi va in tour. A nome dei milanesi, posso chiedere assicurazione che in questi tempi incerti sentiranno almeno seri oroscopi?

“Zero oroscopi! Sono una via di mezzo tra la religione e il gioco da tavolo”.

Ma “oroscopisti” sono annunciati nel suo divertente spaccato di contemporaneità.

“Ammetto che sia un buon argomento di conversazione chiedersi cosa ci si può aspettare da Putin”.

Ecco, cosa si aspetta?

“Io intendo andare a chiederglielo, visto che la Russia non l’ho ancora visitata. I rapporti intercontinentali, troppo cari, finora non me li sono potuti permettere”.

E con Trump come la mettiamo?

“Non mi pare che lui esista. L’oroscopo, se proprio volete, lo facciamo a Elon Musk”.