ANDREA SPINELLI
Cultura e Spettacoli

Dieci anni di Dardust: "Io al piano e l’orchestra, raccontiamo in una notte un viaggio straordinario"

Giovedì il concerto-evento al Dal Verme con i Pomeriggi musicali: "Ogni mio brano è un mondo. E gli studi in Psicologia mi aiutano. Nel 2034 mi vedo sul palco con le mie macchine: sono la mia pensione"

Milano – Tutto in una notte . Tra produzioni e progetti solisti Dardust ne ha fatta tanta di strada. Un cammino che lo porta giovedì prossimo al teatro Dal Verme di Milano (ore 20.30) con “10 Years 1 Night”, evento celebrativo dell’anniversario a cifra tonda, lui al piano col caldo afflato dell’Orchestra I Pomeriggi musicali diretta dal maestro Alberto Cipolla. Ecco perché il passaggio in redazione di Dario Faini, il suo nome all’anagrafe, nel salotto di SoundCheck, il format musicale del nostro giornale, diventa il pretesto per un giro d’orizzonte su una delle più fortunate avventure pop degli ultimi anni.

Dardust ospite di Andrea Spinelli a Sound Check
Dardust ospite di Andrea Spinelli a Sound Check

Esperienza unica?

"Unica e prima del genere in vita mia. Ripercorrerò i miei 10 anni da Dardust, i viaggi da Reykjavík ad Edimburgo, passando per Berlino e tanti altri posti straordinari, con estratti dei miei album riarrangiati per orchestra. Un concerto rigoroso, ortodosso, purista, come fosse di musica classica. Eseguirò pure composizioni del mio nuovo album “Urban impressionism”, previsto per l’autunno".

Intanto è uscito il nuovo singolo.

"Già, il divertissement “Mon coeur, Béton Brut“. Il termine “Béton Brut“ significa cemento grezzo, l’ho usato perché il brano è un po’ ispirato all’estetica del brutalismo. Ogni mio brano è un mondo, un film; l’emozione di un vissuto tradotto in un racconto tanto scenico che musicale".

Cos’ha in agenda quest’estate oltre al Dal Verme?

"Vari concerti di solo piano per andare all’essenza della mia musica, ma pure alcuni eventi speciali dove porterò il set elettronico offerto già al pubblico degli iDays, aprendo il concerto di Lana Del Rey. Poi in giro per i festival e, a ottobre, un tour europeo".

Quando frequentava lo “Spontini” di Ascoli Piceno, stesso istituto musicale in cui sono passati Saturnino e Allevi, quale pensava sarebbe stato il suo futuro?

"Sicuramente quello del musicista. Anche se non m’ero precluso un piano B seguendo il percorso di laurea in Psicologia alla Sapienza di Roma".

Gli studi del “piano B” hanno influenzato i successi del “piano A”?

"Tanto, perché ho sempre cercato di considerare gli errori non fallimenti, ma risultati. Pure nell’esperienza di produttore la psicologia è stata importantissima, perché quando entri a contatto con le emotività degli artisti è utile avere gli strumenti per poterle interpretare".

La più grossa soddisfazione da produttore?

"Mi verrebbe da dire “Soldi“ di Mahmood, ma anche “Cenere“ di Lazza e diverse altre".

La più grossa del compositore-interprete?

"Aver dato musica al Super Bowl, alle Olimpiadi, aver suonato nel deserto, l’esibizione all’Eurovision… ce ne sono tantissime".

Nel 2007 con “Actor Dei”, spettacolo su Padre Pio, ha approcciato pure il musical, passando poi dal cast de “La Bella e la Bestia” e da quello di “Sweeney Todd”.

"Esperienza di cui sono molto orgoglioso, perché s’è rivelata una palestra incredibile. Credo abbia lasciato un’impronta anche sulla visione che ho della musica, perché la reazione del pubblico sera dopo sera mi ha messo a disposizione una tavolozza gigante di colori e gradazioni che ho portato nei concerti, provando a ricreare lì lo stupore della rappresentazione teatrale".

A proposito di teatro, mai pensato di scrivere un musical?

"No, però ho composto la mia prima colonna sonora. L’ho fatto per “A mani nude“ film di Mauro Mancini, tratto dal romanzo di Paola Barbato (con Alessandro Gassmann, Fotinì Peluso e Renato Carpentieri, ndr ), in uscita dopo l’estate".

Dove si vede fra dieci anni?

"Sul palco a suonare il mio pianoforte e le mie macchine. Sono loro la mia pensione, la mia astronave per il futuro".