Anna Mangiarotti
Cultura e Spettacoli

Diana Karenne, diva da leggenda: “Nomi, silenzi, bugie. Ecco la verità”

Mazzucco e il romanzo sulla “donna che visse sette volte“: ho trovato solo informazioni false su di lei. “Attrice, regista e artista dimenticata. Persino i cineasti

Diana Karenne

Diana Karenne

Baraccone delle meraviglie, il cinema. Possibile che i seri meneghini abbiano creduto alle sue potenzialità? Lo si saprà al MIC (Museo Interattivo del Cinema ricavato nell’ex-Manifattura Tabacchi di viale Fulvio Testi 121 a Milano), dove è custodita la storia del cinema milanese, ma non solo, e dove mercoledì 26 febbraio, ore 18.30, Melania Mazzucco presenterà “Silenzio. Le sette vite di Diana Karenne” (Einaudi), una delle sue prodigiose avventure documentarie.

Quando è iniziata?

“Nel 2000 ho incominciato a scrivere di questa donna che i servizi segreti francesi giudicavano una delle più grandi “tragédiennes” del cinema muto”.

Madame dai molti nomi.

“Dina Rabinovitch (prima vita), Dina Feyguine, Dina Karren (seconda vita), Diana Belokorska, Diana Karenne (terza vita), Nadja/Nadežda Belokorska (quarta vita), Candida Maria Belocorsca (quinta vita), Nadia Otsoupe (sesta vita)”.

Non manca la settima, rassicuriamo i lettori, ma il nome autentico?

“Dina Rabinovitch nasce nel 1889 a Hnativka, villaggio ucraino della campagna di Kyiv, in una famiglia della borghesia ebraica. Sarà inumata nel 1968, in un cimitero di Losanna, come Nadejda Otzoupe”.

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Melania Mazzucco scrittore e autore (Photo by Roberto Serra / Iguana)

In tanti anni “entusiasmanti e disperanti” di ricerche, Melania, ha scoperto in quale delle sue vite – madre single diciottenne, femme fatale, cantante, imprenditrice cinematografica, spia, suora, contessa, santa, musa di un poeta – la sempre superlativa protagonista si sia davvero riconosciuta?

“La ricerca mi ha permesso di dimostrare che niente era vero delle informazioni che giravano su questo personaggio da leggenda. E ho cercato di diradare il silenzio in cui lei stessa si era avvolta, oltre al silenzio della storia sulle storie delle donne”.

Quanto al silenzio del cinema muto?

“A dichiarare che è la voce il mezzo espressivo più importante fu proprio Diana (scegliamo questo nome), tra le prime donne registe, assolutamente dimenticate”.

Per ritrovarle, dobbiamo tornare al 1917.

“La guerra si era portata via gli uomini. Sostituiti da donne postine, tranviere, operaie... E in quell’anno la misteriosa irresistibile slava, a Roma arrivata nel 1914, e quindi a Torino consacrata artista cinematografica, si trasferisce a Milano. Cerca i capitali per farsi finanziare “Circe”, che dovrà essere scritto, diretto e interpretato da lei”.

Così nel registro ditte della Camera di Commercio di Milano compare la casa di produzione Davide Karenne Film.

“E la vera casa di Diana (che all’Hotel Europa soltanto dorme) diventano gli stabilimenti di san Cristoforo, nella periferia industriale della Bovisa: un capannone acquattato tra fabbriche siderurgiche riconvertite alla produzione di munizioni. Fumano le ciminiere. Arte e bellezza contro ordigni di morte”.

Altra guerra nella trama del capitolo datato 1940-1946, con una rivelazione straordinaria.

“La versione ufficiale della storia di Diana Karenne vorrebbe che morisse in Germania, ad Aachen, durante un atroce bombardamento. Notizia che da fonti confidenziali era arrivata a Vittorio Martinelli, principale storico del nostro cinema muto. Falsa: mi sono convinta che l’avesse divulgata lei stessa per essere libera”.

L’ultima volta che ci fa vedere Diana Karenne?

“Un giorno di dicembre 1939, nella nuovissima Cinecittà, mentre scende terribile e divina da un auto. Accolta da Carmine Gallone che le va incontro gioviale e raggiante: mia cara, mia delizia, mio tesoro...”.

È Gallone il vulcanico regista di “Redenzione”?

“Sì, il film del 1919 in cui lei si era rivelata straordinaria come Maria Maddalena. Perfino i cinefili spocchiosi, che detestavano le pellicole pseudoreligiose, erano rimasti folgorati dall’intensità della sua interpretazione”.

La sua vera parte?

“Un ruolo profondamente “suo”. Cortigiana che ne ha abbastanza di essere bramata e si converte in adoratrice esemplare del Cristo”.

Annunciamo la sorpresa per chi interverrà al MIC?

“Una delle uniche due copie esistenti al mondo di “Redenzione” è in possesso di Cineteca Milano. Raro nitrato d’epoca, incompleto, con colorazioni. Fa parte delle collezioni depositate dal musicologo e storico del cinema Luigi Rognoni nel 1947, all’atto di fondazione della Cineteca. Dopo la presentazione del mio romanzo, saranno proiettate in anteprima alcune sequenze restaurate”.