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Drive In, 40 anni fa la prima puntata: festa per l’anniversario all’Università Cattolica. Ricci: “Eravamo virali senza internet”

Milano, lezione speciale con i protagonisti della storica trasmissione comica di Canale 5. In platea i protagonisti dello show Enrico Beruschi, Carmen Russo, Francesco Salvi e Nino Formicola

Antonio Ricci durante la lezione speciale all'Università Cattolica per celebrare i 40 anni di Drive In. Sullo sfondo, Barbara Palombelli e Alessandro Cattelan

Milano – Era il 1983 quando su Canale 5, il canale di punta della neonata tv commerciale del Biscione, apparve la prima puntata di Drive In, una trasmissione destinata a segnare una vera e propria rivoluzione nella televisione italiana. Sono trascorsi quarant'anni da quel giorno e sono davvero tanti i ricordi e gli aneddoti che riguardano quel momento.

All’Università Cattolica

Racconti che la squadra di Drive In, capitanata da Antonio Ricci e composta da alcuni dei personaggi storici del cast, tra cui Enrico Beruschi, Carmen Russo, Francesco Salvi e Nino Formicola del duo comico Zuzzurro e Gaspare, ha portato ai giovanissimi studenti dell'università Cattolica di Milano. Insieme a loro, per completare il racconto, anche Barbara Palombelli, Alessandro Cattelan e Victoria Cabello.

Ricci e l’eredità di Enzo Trapani

"Ho iniziato a lavorare a Drive In dopo aver lavorato con Enzo Trapani – ha raccontato Antonio Ricci –  con lui avevo fatto le prime tre edizioni di Fantastico sulla Rai, poi abbiamo fatto il primo varietà di Canale5, “Hello Goggi” e poi ancora “Te la dò io l'America” con Beppe Grillo, quando ancora faceva solo il comico. E per questo mi ritengo un naturale continuatore di Enzo Trapani, che era un ribelle, ritenuto dalla Rai il più teppista e violento con le sue inquadrature, contrapposto ad Antonello Falqui che invece faceva la tv patinata con l'abito scuro e le tendine. Enzo Trapani andava sempre dritto al punto, picchiava duro, su tutte le cose”. Tornando a Drive In, Ricci ha ricordato: “Enzo, di solito, non voleva mettere mano al montaggio; proprio per questo io invece ho voluto imparare a montare”. E questa è una delle eredità che oggi è chiaramente visibile a Striscia la Notizia. “Io – sottolinea – devo dire grazie a Enzo Trapani. Così come a Beppe Grillo, per la satira e i tempi televisivi, perché nella mia vita ho sempre tenuto a mente tutto quello che mi hanno insegnato”.

Le ragazze fast food

Nel racconto dell'epopea di Drive In, un'attenzione particolare è stata riservata anche al ruolo delle ragazze fast food: "Quello che colpiva – dice Ricci – era l'ironia delle ragazze. Carmen Russo, ad esempio, recitava la parte della svampita in maniera completamente autoironica, quasi distaccata. Le ragazze fast food erano una sorta di fumetto, vestite come le pin up americane degli anni 50, ma mai sottomesse e mai stupide”.

Virale prima di internet

“Se dovessi fare un paragone – ha proseguito il regista – Drive In è stato come l'arrivo dell'Iphone oggi: una sorta di viralità prima di Internet. Aveva una comicità molto diretta e surreale e una satira anche politica che oggi è difficile trovare in giro”.

Grande libertà

A quell'epoca, ha osservato Barbara Palombelli, "eravamo un Paese allo sbando e avere qualcosa di divertente in casa era davvero qualcosa di rivoluzionario. Ricordo serate organizzate con gli amici per vedere Drive In, quando fino a quel momento stare a casa per guardare la Tv era da sfigati. A noi piaceva perché c'era anche una sorta di commento alla società che c'era fuori, un po' come oggi avviene con Striscia la Notizia''. Quanto al ruolo delle ragazze della trasmissione, dice: ''Io sono una anziana radicale e ogni volta che sento che una cosa non va detta o fatta, mi viene voglia di farla. Bisogna ricordare che in quegli anni Marina Ripa di Meana scriveva 'I miei primi 40 anni', Cicciolina aveva fatto già dei programmi insieme a Moana Pozzi, e il tutto liberamente. In Drive In le donne esprimevano la stessa libertà che le donne esprimevano in tutte le spiagge, ai tempi del topless. Leggere con gli occhi di oggi le immagini dell'epoca può far scattare un allarme, ma noi abbiamo vissuto un'epoca di grande libertà. Mentre oggi, penso che stiamo andando verso un integralismo di Stato''.

Oggi manca l’ironia

''Antonio Ricci in Drive In ha cercato di proporre un modello di donna utilizzando la chiave dell'ironia – ha affermato Victoria Cabello – E invece oggi vedo sempre meno ironia. Non si tratta di una questione di vestiti, pochi o tanti che siano, ma di ruoli. Una questione di parità e opportunità che alle donne non viene concesso''. Quindi avverte: ''Anche io penso che la libertà è bella, ma nel 2023 in Tv vorrei vedere svelati più cervelli, e meno tette e culi”. 

Satira irriverente

"L’arrivo di Drive In nella storia della televisione oggi può essere paragonato un po' all'uscita dello smartphone –  ha detto Alessandro Cattelan – Lo smartphone cioè faceva quello che facevano già i telefonini, ma in modo più allegro, sgargiante, più smart, per usare un termine contemporaneo. Così Drive In. La satira che si faceva lì oggi non si fa più. Ho avuto modo di rivedere la prima puntata, che apriva con un monologo di Gianfranco D'Angelo su Andreotti. Quella era una satira precisa, irriverente. Oggi purtroppo questo non succede più''.

Alla domanda se tutto questo potrebbe aprire la strada per un eventuale remake in chiave attuale di Drive In, Ricci ha risposto: “Quest'anno c'era l'occasione per i 40anni, ma per questioni tecniche non si è potuta fare neanche una serata unica''. Del resto – ha ammesso – ''una trasmissione così è impossibile da rifare attualmente. E non tanto per i contenuti, perché di personaggi nuovi da inserire ce ne sarebbero anche tanti, tipo il vegano, l'influencer, il novax. Ma quella è stata una scommessa importante; per poter ottenere 90 minuti di trasmissione giravamo tutti i giorni. E oggi mettere insieme una produzione di questo peso è davvero molto complicato”.