ANNA MANGIAROTTI
Cultura e Spettacoli

Elisabetta Sgarbi: "Non mi sottraggo mai a un’impresa avventurosa"

Ospite a Crema del Festival 'I mondi di carta', l'editrice e produttrice parla delle sue 'creature' La Nave di Teseo e Betty Wrong

Elisabetta Sgarbi

Elisabetta Sgarbi

Milano, 10 ottobre 2020 - Elisabetta Sgarbi, come Elizabeth I Tudor. The Queen. Di mondi, però, di carta. Editrice della giovane Nave di Teseo, è già incoronata di premi. Oggi a Crema, durante il Festival “I mondi di carta”, Teatro san Domenico, ore 17.30, chiacchiera su “L’importanza di chiamarsi Elisabetta”.

La più grande sovrana d’Inghilterra poteva, nel Cinquecento, contare sui pirati. Lei chi incarica delle missioni più avventurose? "In genere me stessa. Magari fiancheggiata da chi lavora con me. Ma è difficile mi sottragga a un’impresa". Nell’età elisabettiana, splendida di star, Shakespeare era incoraggiato dalla regina. Oggi è la politica ad essere teatro? "La politica, come sapeva Shakespeare, è teatro, tragedia o commedia. Potreste leggere in questo senso “Il teatro dei sogni”, nuovo romanzo di Andrea de Carlo". Suo fratello Vittorio la stima tanto da aver auspicato che lei diventi presidente della Repubblica. Ma la politica le interessa? "La seguo, spesso involontariamente. A casa, tengo accesa la televisione. E acquisto sempre almeno tre quotidiani cartacei al giorno. Impossibile non interessarsi alla politica. È ovunque, occupa i palinsesti di ogni organo di informazione. In realtà, vale il contrario: la politica è stata invasa dalla comunicazione. Farla attivamente per me sarebbe molto difficile.". Betty, vezzeggiativo infantile? "Mi chiamavano così i miei genitori. E come poteva non piacermi". Betty Wrong, la sua società di produzione cinematografica. Cosa c’è di sbagliato (wrong) nel fare un film? "Nulla. Ma se fai l’editore, non è giusto che tu faccia altro. Invece, credo, l’una cosa arricchisce l’altra". Oltretutto, il suo poco canonico film girato con gli Extraliscio è risultato vittorioso di recente a Venezia. E si vorrebbe che certa musica risuoni anche a Sanremo. "È un film fortunato, pieno di energia. Ho avuto il premio Siae alle Giornate degli autori e il Premio FICE - Federazione Italiana Cinema d’Essai. Una gioia grande e tutta da condividere con questo straordinario gruppo musicale, di pazzi, “wrong” come me". Pupi Avati girerà un film dal primo libro di suo padre, Nino Sgarbi, che lo scrisse a 93 anni. Più incredibile questo debutto o l’amore tra suo padre e sua madre lungo 65 anni? "È stato, presumo, l’esordio più tardo nella storia della letteratura mondiale. Ma lui usciva dal silenzio dopo tanta vita vissuta con profondità e rigore. Ed erano lui e lei, sì, due caratteri tanto diversi. Ma l’amore che li lega è fortissimo".