Milano, 10 maggio 2020 - Alla guida del programma Melaverde, la nota modella e conduttrice tv olandese, Ellen Hidding, entra in punta di piedi la domenica mattina nelle case degli italiani, su Canale 5, raccontando realtà locali e tradizioni del Belpaese.
Un ricordo legato a Milano. "Potrei dire di aver trovato l’America a Milano, non solo dal punto di vista lavorativo, ma anche affettivo, per avervi conosciuto mio marito e creato con lui una famiglia. Nel 1991 in Olanda vinsi un concorso di bellezza. Della giuria faceva parte un membro di un’agenzia milanese di modelle, mi fu proposto di venire a lavorare in Italia. I miei genitori mi concessero il permesso di trascorrervi un anno sabatico. Non avrebbero mai immaginato che non sarei più tornata". Quindi… "Arrivai a Milano con un’amica, in treno, nel gennaio del ’92. Avevo pochi soldi in tasca. Lo ricordo come fosse ieri. Ero abituata ad un altro ambiente, cresciuta in un paesino di 15mila abitanti dove quasi tutti vivono in fattorie immerse nella natura. Milano mi parve grigia, buia, piovosa e fredda. Però, vi si svolgeva una vita frenetica. E ciò mi creò un po’ di ansia". La associò a quel colore? "All’inizio sì. Ora, al contrario, la definirei giallo-verde, è diventata luminosa. Dal mio arrivo, Milano è cambiata tantissimo: più verde, tanti eventi, per quanto già allora Milano era importante dal punto di vista della moda e del lavoro. Il colore attuale, inoltre, è legato anche alla mia vita affettiva. Milano per me è positività, casa". Poi… "È viva, si trasforma. Anche il contrasto tra vecchio e nuovo si sposa benissimo. Il primo ci parla del passato, l’altro la proietta verso il futuro: due mondi diversi, che la arricchiscono". Dal punto di vista lavorativo? "In pausa estiva da “Mai dire Gol” incontrai Mike Bongiorno, che mi fece entrare nel programma “Momenti di gloria”, dopo aver superato un provino diverso dal solito: si avvicinò a me, mi fece indietreggiare di un passo affinché apparissi più bassa. Pose due condizioni: indossare vestiti lunghi e sandali, stare sempre un po’ indietro rispetto a lui. Aveva un atteggiamento paterno". Dal 2010 conduce Melaverde. "Ne ricordo la prima puntata, nella Bergamasca. Ero da una famiglia che allevava mucche e capre e preparava formaggi. Una sorta di ritorno alle mie origini. Il programma mi impegna due volte a settimana, così dedico più tempo alla famiglia. Melaverde è molto interessante, genuino, vive grazie alla sua semplicità. Ripercorre tradizioni, racconta storie, i protagonisti sono persone vere". E una puntata su Milano? "Associo la metropoli alla moda, non alla cucina. Andrei in un ristorante, dove se ne propongono i piatti e mi soffermerei piuttosto sull’aspetto architettonico ed i cambiamenti della città. Da buona olandese, giro in bici e stanno migliorando pure le ciclabili". Le tradizioni milanesi? "Vivo in un quartiere dove ho i miei punti di riferimento. Per la tradizione culinaria, ripenso alla cotoletta con l’osso, ma anche a quella “vestita” che preparo aggiungendo, a cottura ultimata, rucola e datterini". Il luogo in cui si rifugia? "Nel locale Capoverde, un’oasi di piante dove mi sento a casa e posso gustare un buon caffè. Lì non si percepisce di essere in città. Amo Corso Venezia, i suoi giardini e palazzi, ma anche Colonne di San Lorenzo, perché lì mi sento giovane tra i giovani".