ANDREA SPINELLI
Cultura e Spettacoli

Ermal Meta e la nascita di una canzone: “Un esercito (di 2) che improvvisa. Sanremo? Quando rivedo la foto dico al me di allora: bravo, ce l’hai fatta”

Il cantante racconta lo spettacolo che porta al Carcano e poi a Brescia: “L’idea è riprodurre il processo creativo”

Ermal Meta in concerto

Ermal Meta in concerto

Milano – Canzoni e dintorni. Come nascono e da dove vengono? Ermal Meta se lo chiede nello spettacolo con cui affronta sabato prossimo il pubblico del Carcano di Milano e il 3 maggio quello del Dis_Play di Brescia. “C’è un lampo intuitivo, che illumina uno spazio all’interno del quale scorgi qualcosa – spiega l’uomo di “Un milione di cose da dirti”, 44 anni compiuti il giorno di Pasqua –. Non capendo subito cos’è, devi cercare di tradurlo nel minor tempo possibile attraverso quella che chiamiamo ispirazione. I brani nascono da questo humus, da questo insieme di suoni che lasciano emergere qualcosa, originando un’onda che pian piano si fa canzone. L’idea dello spettacolo è stata proprio ricreare sulla scena questo percorso musicale”.

Cos’è cambiato e cos’è rimasto dello spettacolo, rispetto alla prima ad Orvieto di fine marzo?

“È rimasto il repertorio, e neppure troppo quello, perché in scena improvvisiamo tanto e con Davide Antonio Pio, pianista e co-autore dello spettacolo, ci inventiamo addirittura dei brani istantanei, lasciandoci guidare dagli umori del momento”.

Il trionfo del qui ed ora.

“Assolutamente. Non ci sono basi, non ci sono sequenze, è tutto cotto e mangiato. Vero che sul palco siamo in due, ma abbiamo un sacco di strumenti: un pianoforte, un mellotron, un sintetizzatore, un Analogue Systems French Connection, un vocoder, chitarre elettriche e acustiche, loop. Insomma, un sacco di roba. Scherzando, diciamo di essere un esercito di due persone”.

Non mancano alcuni inediti.

“Al momento ne faccio tre, per guardare negli occhi il pubblico e vedere l’effetto che fanno. Nelle prossime date magari ne aggiungerò qualcun altro seguendo il processo utilizzato un tempo, di testare le nuove composizioni prima di registrarle”.

Lei a Milano ha casa.

“Sì, ma ci abito “a puntate“ perché mi divido tra qui e la Puglia. D’altronde il mio primo contratto discografico l’ho firmato proprio a Milano con Caterina Caselli quando ero ancora un ventiquattrenne di belle speranze. I miei primi quattro dischi sono nati tutti qua, mentre l’ultimo, “Buona fortuna“, l’ho scritto giù”.

Che effetto le fa riguardare quella foto del 2016, a Sanremo, con altre tre giovani Nuove proposte di quell’edizione quali Irama, Gabbani e Mahmood?

“Mi rende orgoglioso. Perché vedo un Ermal smanioso di trovare la strada giusta per portare alla gente la sua musica. E ogni volta che ho davanti a quello scatto la prima cosa che mi viene da dirgli è: bravo, ce l’hai fatta”.

Fra poco più di una settimana torna con Noemi e Big Mama al timone del concertone del Primo Maggio.

“Sono orgoglioso che gli organizzatori, dopo l’esperienza 2014, ci abbiano rinnovato la fiducia. Speriamo solo che il cielo non ci mandi ancora pioggia perché, per invocare la clemenza del meteo, “Hallelujah“ me la sono giocata già l’anno scorso.... Stavolta o mi invento un “osanna“ o non so proprio cosa fare...”