
Alcune tavole della “nuova” Eva Kant
Milano, 26 luglio 2020 - Inarrestabile, il macho in calzamaglia. Il 31 dicembre per festeggiare la fine di un “annus horribilis” il Re del Terrore apparirà sugli schermi in “Diabolik”, attesissimo film dei Manetti bros: lui sarà Luca Marinelli, a Eva Kant il volto lo regalerà Miriam Leone, Valerio Mastandrea vestirà i panni dell’ispettore Ginko, nel cast Alessandro Roia, Serena Rossi e Claudia Gerini. All’evento mancano però tanti mesi. Così Astorina ha intanto mandato in edicola il “Grande Diabolik” estivo: titolo “Io sono Eva”, volume di 180 pagine, rivela il passato di Eva Kant dalla fuga dal collegio-lager di Morben a ben prima dell’incontro fatale con Diabolik. La nuova puntata della saga è firmata per i testi da Mario Gomboli & Tito Faraci, per i disegni da Giuseppe Palumbo, autore di lungo corso.
Palumbo, auguri per i suoi 56 anni. Ma quanti anni ha Eva? "Grazie, da parte mia. Ma alle signore non è gentile chiedere l’età. Diciamo che è apparsa sulle scene nel 1963".
E quanti albi le ha dedicato? "Sono già 18".
È il biografo ufficiale di Eva... "Si può dire sì. Ho iniziato nel 2003 con “Eva Kant: prima di Diabolik”, nel 2008 “Gli occhi della pantera”, nel 2010 “L’ombra della luna”, “I segreti di Morben”. E così via".
Chi è per te Eva Kant? "Donna eccezionale, modernissima, ancor più di Diabolik. Una figura a tutto tondo, capace di passare dal fallimento alla vittoria. Dall’assoluta freddezza alla passionalità sfrenata".
Difficile ripercorrere arricchendolo un personaggio già così strutturato? "Merito di Gomboli e Faraci. Io sono il loro primo lettore. E poi le sorelle Giussani seminarono tracce del passato di Eva. Troppo turbolento, però, per gli anni ’60. Oggi lo si può rivelare".
Come mai le prime e le ultime tavole di “Io sono Eva” non sono tue ma di Matteo Buffagni? "È un meccanismo tradizionale, ormai collaudato. Flusso narrativo inserito in una ‘continuity’".
Eva è il suo personaggio “cult” o è il vecchio straordinario Ramarro? "Che vuoi, Ramarro era un personaggio tutto mio… E come dicono a Napoli? ‘Ogni scarrafone è bello a mamma soja’".
E i tuoi lavori “alti”? EternArtemisia, Bazar Elettrico-Bataille, Benjamin at work? "Lavori di ricerca. Narrazione canonica che suggerisce al lettore di sviluppare proprie riflessioni. Anche il mio lavoro in uscita".
Su? "Pasolini".