ELVIRA CARELLA
Cultura e Spettacoli

Ezio Greggio e la Milano in vetrina: “Ieri gli yuppies, oggi gli influencer. Iacchetti? Remissivo, io più aggressivo”

Il presentatore di Striscia arriva a teatro con lo show “Una vita sullo schermo“: racconto i miei 37 anni in tv. “Con Iacchetti c’è un’alchimia che funziona. Antonio Ricci? Lavoriamo in simbiosi”

Ezio Greggio, 70 anni, icona di cinema e tv, volto di Striscia la Notizia, è oggi in scena al Teatro Celebrazioni di Bologna. Il 21 febbraio sarà sul palco del Dal Verme di Milano

Ezio Greggio, 70 anni, icona di cinema e tv, volto di Striscia la Notizia, è oggi in scena al Teatro Celebrazioni di Bologna. Il 21 febbraio sarà sul palco del Dal Verme di Milano

È un’icona della tv e del cinema. Ezio Greggio, 70 anni, volto noto al “popolo di Striscia” e non solo, con il suo stile inconfondibile, divertirà gli spettatori nello show “Una vita sullo schermo”. La prima tappa è oggi al Teatro Celebrazioni di Bologna. Ne seguiranno altre. Il 21 febbraio, poi, al Dal Verme di Milano.

Ha il Guinness per essere il primo conduttore di Striscia la notizia.

“Do il mio contributo, da 37 anni, a una trasmissione che racconta l’Italia, altri Paesi e grandi leader. Ogni giorno è un’istantanea straordinaria di dove, come e con chi stiamo andando. Striscia è un giornale vero e proprio. Mettere insieme notizie, inchieste, risate e satira, credo, sia una formula vincente. I latini dicevano: “Dietro una risata si nasconde una grande verità”. E la satira è portatrice di verità. Quindi, viva Striscia!”.

Cosa la fa ridere di Enzo Iacchetti?

“La sua ingenuità di base. Lui è più remissivo, io più aggressivo. Lavorando insieme, scatta un’alchimia precisa. E, poi, la sua visione anche ironica della vita”.

Mentre lo spettacolo al Teatro Dal Verme?

“È un racconto estremamente intenso che toccherà tanti argomenti, compresa Milano, dove ho girato “Yuppies“ con Carlo Vanzina. Ora non ci sono più gli yuppies, ma gli influencer, non c’è più la Milano da bere, ma l’altra Milano, che narrerò. Dico ai milanesi: accorrete numerosi! L’ingresso è libero, basta pagare il biglietto”.

Momenti indimenticabili della sua carriera?

“Da ragazzo adoravo la coppia Totò-Peppino. Ho frequentato quest’ultimo agli esordi. E, poi, l’incontro con Antonio Ricci, con cui c’è un rapporto incredibile di simbiosi e amicizia fraterna. Mentre siamo in onda, a volte mi chiama, dandomi un suggerimento ed io lo capisco al volo”.

Il personaggio oggetto di parodie?

“Ce ne sono tanti: la mia versione di Joe Biden, che non vuol saperne di essere spodestato… E, poi, di una nota presentatrice di “C’è posta per te”, ma non posso dirne il nome…”.

Un aneddoto legato ai suoi esordi.

“Ho collaborato con Peppo Sacchi a Telebiella. Venne a riprendermi durante uno spettacolo, che feci nel mio paese, a Cossato. Ricordo che avevano apparecchiature vecchissime. Finito lo spettacolo, mi fece i complimenti e, poi, mi disse: “Abbiamo avuto un piccolo problema tecnico. Non c’è la registrazione. Puoi rifarmi tutto?”.

Quindi?

“Risposi: “Peppo, un’ora e mezzo di spettacolo?”. All’una di notte registrai un sunto di mezz’ora sul palco, con la piazza vuota, fingendo di sentire le risate e gli applausi, prendendo tempi inesistenti e, poi, nel montaggio vi aggiunsero le risate e le immagini di pubblico. Lo spettacolo andò benissimo, ma fu un debutto terrificante. In seguito, mi sincerai sempre che tutto funzionasse”.

Se la gente dicesse: “La sai l’ultima su Ezio Greggio?”

“È legata al mio attuale spettacolo teatrale, al termine del quale, dopo 100 minuti sul palco da solo, la gente non se ne va. Racconto ancora una cosa, un’altra e, a quel punto, ha luogo un grande finale con una nuotata in mezzo al pubblico, tra saluti e selfie”.

Organizza il Montecarlo Film Festival de la Comédie.

“Nacque con Monicelli. Esposi al Principe Ranieri l’idea di organizzarlo. Mi fece promettere che l’avrei fatto diventare più famoso di quello di Cannes. Mi misi in ginocchio davanti a lui, un po’ come i cavalieri della Tavola Rotonda davanti al Re Artù, e glielo promisi. Con il patronage del Principato, è diventato uno dei festival più importanti del mondo”.

È anche un uomo di buon cuore…

“Attraverso la mia associazione, da 30 anni, aiuto i reparti di neonatologia in tutta Italia: le donazioni sono state estese ad altri Paesi del mondo. Ho vinto tanti premi, ma nulla appaga quanto ricevere i saluti dei genitori che hanno visto il mio nome sulle culle termiche donate”.

Milano è il palcoscenico…

“Di tanti grandi attori che lo calcano, ma anche il ricordo di quelli che non ci sono più, tra cui Walter Chiari”.

Di che colore è la città?

“Si tinge di grigio per l’inquinamento causato dalle macchine e dai riscaldamenti. Poi è anche una tavolozza di colori. La città deve essere difesa, aperta a chi vuole lavorare, far del bene, non a chi sbaglia”.