
Fabio Concato
Milano, 15 gennaio 2021 - Questo articolo è contenuto nella newsletter "Buongiorno Milano". Ogni giorno alle 7, dal lunedì al venerdì, gli iscritti alla community del «Giorno» riceveranno una newsletter dedicata alla città di Milano. Per la prima volta i lettori potranno scegliere un prodotto completo, che offre un’informazione dettagliata, arricchita da tanti contenuti personalizzati: oltre alle notizie locali, una guida sempre aggiornata per vivere in maniera nuova la propria città, consigli di lettura e il commento di un ospite. Per ricevere via mail la newsletter clicca su www.ilgiorno.it/
Tra i languori invernali di teatri chiusi, concerti in streaming, e progetti discografici sospesi, un titolo come “Musico ambulante” sembra giocare sull’ironia. Quella con cui Fabio Concato, facendo della stanzialità virtù, raccoglie in un doppio cd il suo repertorio più popolare e amato per restituire alle varie “Fiore di maggio” o “Guido piano” il senso e l’emozione di quando sono nate. Così “Musico ambulante” arriva sulla scia dei consensi incontrati in estate da quella “L’umarell” dedicata dal cantautore milanese, 67 anni, a tutti gli italiani, "anca a quei cun la maglieta".
Fabio, ne ‘L’umarell’ si sono ritrovati in tanti. "Cosa abbastanza inaspettata, nonostante, appena terminata, mi fossi sorpreso a pensare: quanto mi piace questa canzone e come sono contento di averla scritta. È una reazione che ho quasi sempre, però una canzone in dialetto non l’avevo mai fatta e non sapevo se sarebbe piaciuta".
È piaciuta. "Mi chiedevo se un testo al 75% in milanese avrebbe lasciato il segno lo stesso. La reazione sui social m’ha fatto capire di sì; a Sciacca come a Bolzano o a Caserta. E che il sentimento che c’è dietro è arrivato".
È arrivato addirittura l’Ambrogino d’Oro. "Non me l’aspettavo, come non mi aspettavo di vincere il Premio Montale Fuori di Casa. Anche se attorno all’Ambrogino ci avevo già girato due o tre anni fa, quando qualcuno aveva avanzato, fra gli altri, il mio nome. Posso passare per immodesto, ma ricevendolo ho pensato: ecco, la mia città ha fatto la cosa giusta, perché in fondo me lo merito. Con questa canzone sono, infatti, orgoglioso di aver fatto di aver fatto la mia piccola parte in un periodo tanto pessante".
C’è un complimento che l’ha segnata più degli altri? "Due. Quelli di J-Ax e di Nek sui loro social. M’hanno fatto gran piacere".
Il doppio cd esce oggi, il vinile tra qualche settimana, mentre nei negozi digitali “Musico ambulante” arriverà solo a marzo. "Sì, una scelta in controtendenza. La versione su microsolco, fra l’altro, non conterrà “L’umarell” che, almeno in vinile, voglio continui ad avere una sua vita parallela. L’idea di rileggere le mie canzoni così come sono nate, liberandole di orpelli soddisfa un’esigenza che sentivo sempre più il bisogno di appagare. Ci ho lavorato con il chitarrista Andrea Zuppini con l’intenzione di mettere da parte qualcosa da condividere con gli amici. Poi ho pensato di allargare il giro"".
…scoprendo magari pure qualche perla nascosta. "Per alcuni sono ancora quello di “Domenica bestiale”, 1982. Di canzoni, però, ne ho scritte altre 148 e mi spiace che alcune non abbiano avuto neppure la possibilità di farsi ascoltare. Davanti a brani come “E a quanti amori” o “Non mi scordare” ho sempre provato un pochino di dolore. Ecco perché provo a tirarle fuori ogni tanto, nei concerti o in progetti come “Musico ambulante”. Come dire a chi ascolta: guarda che c’è anche questo".