
Fabio Troiano e Irene Ferri nel noir di Georges Simenon
Milano, 17 ottobre 2019 - Meglio fare attenzione alle nostre promesse. Soprattutto a letto. Perché è un attimo... Come insegna Simenon. Da stasera in prima nazionale al Carcano, “La camera azzurra” è uno dei suoi capolavori, ridotto da Letizia Russo, regia di Serena Sinigaglia. In scena Fabio Troiano, Irene Ferri, Giulia Maulucci e Mattia Fabris. Troiano, com’è il suo Tony? «Un ragazzone siciliano ingenuo. Lui è un immigrato sposato. Quando incontra Andrée, anche lei sposata, si scatena la passione. Fino a quando lei gli domanda: “Ma se io fossi libera, ti libereresti anche tu?”» E lui risponde... «”Ovviamente sì!”. Peccato che la ragazza si aggrappi a quella risposta per coinvolgerlo in un piano criminale». Lei si è diplomato con Ronconi, eppure ha fatto poco teatro. «Il successo al cinema e in tv mi ha spinto ad accantonarlo. Ma poi mi ha chiamato Serena...». Come furono gli anni in accademia? «Un periodo di crescita e di scoperta. Ma fu anche una grande fatica. Ricordo l’arrivo di Ronconi a lezione, questo allure di genialità che lo accompagnava ovunque...».