ANDREA GIANNI
Cultura e Spettacoli

Storia e ricordi, il fascismo spiegato ai bambini

L’insegnante Francesca La Mantia del Fermi di Milano fa rivivere una pagina buia con il libro “Una divisa per Nino”

Francesca La Mantia

Nino è un bambino che cerca di diventare un bravo «figlio della lupa», seguendo i valori dominanti nell’epoca in cui l’Italia affrontava la guerra d’Etiopia e Mussolini era all’apice della sua potenza. Un bambino che, però, segue un percorso di cambiamento che lo porta a rifiutare la violenza. Francesca La Mantia, regista e insegnante al liceo scientifico Fermi di Milano, ha affrontato la difficile sfida di narrare una pagina buia della storia d’Italia a bambini e ragazzi. Il risultato è “Una divisa per Nino“, libro di testo edito da Gribaudo con illustrazioni da Matteo Mancini e appendici storiche.  Come è nato il libro? «Nel docufilm “La memoria che resta“ ho raccontato le testimonianze dei partigiani milanesi, li ho ascoltati come una nipote di 30 anni davanti a nonni di 90. Mi è rimasta l’urgenza di continuare a raccontare. Alcune delle loro storie rivivono in “Una divisa per Nino“, ispirato anche ai ricordi di mio nonno e della sua infanzia a Palermo in epoca fascista. Quando ero bambina mi raccontava dei campeggi, delle gare, delle marce e del pugilato. A tutto questo si è unita la ricerca storica, anche sulla guerra d’Etiopia».  Che ruolo ha il conflitto nel racconto? «L’esperienza di Luca, tornato a casa devastato psicologicamente dopo aver combattuto in Africa, innesca in Nino un percorso di cambiamento, così come la vicinanza con l’antifascista Ruggerini, personaggio realmente esistito».  Una pagina di storia difficile da comunicare ai ragazzi. «Di libri di storia ne esistono tanti, il problema è renderli fruibili per studenti che hanno dagli 8 ai 15 anni. Abbiamo giocato con il linguaggio e con le immagini, inserendo in appendice schede storiografiche che possono essere usate per l’approfondimento didattico».  Che cosa sanno i giovani del fascismo? «Ne sanno pochissimo, in generale l’Italia non ha mai fatto i conti con il suo passato e non ha mai affrontato le sue colpe. È importante far capire ai bambini, anche di fronte al pericoloso revisionismo storico, il privilegio di essere nati liberi e di poter essere diversi dagli altri. Il fascismo, che è latente e rischia sempre di tornare, può essere sconfitto solo dalla scuola».