Milano – “Da quando nella seconda metà di aprile abbiamo annunciato questo che, al di là di ogni retorica, è il progetto più importante della nostra vita, non abbiamo fatto altro che pensare al Forum”, ammettono i Finley, per bocca del loro frontman Marco “Pedro” Pedretti, col pensiero al concerto che li dà in pasto mercoledì prossimo al popolo di Assago capitalizzando l’impeto, l’energia e il sudore del loro ultimo album “Pogo Mixtape Vol. 1”. “Per noi, infatti, il Forum è sempre stato un tempio della musica in Italia. Insomma, un traguardo importantissimo che per i Finley rappresenta pure un nuovo punto di partenza. L’onda alimentata dalla pubblicazione di “Pogo Mixtape Vol. 1” ha creato, infatti, tutta una serie di circostanze favorevoli premiando la perseveranza dimostrata in tutti questi anni senza arretrare di un centimetro pure quando le cose non andavano bene come ora”.
“Tutto è possibile al Forum” assicura il titolo dell’evento.
“Siamo felici per l’opportunità che la vita ha voluto darci. E che, a dirla tutta, ci siamo pure presi con le unghie e con i denti. Al Forum sarà bellissimo ripercorrere il nostro cammino artistico col sostegno di diecimila persone e la complicità dei tanti artisti amici con cui abbiamo percorso un pezzo di strada, nell’ultimo disco e in quelli prima”.
Parliamo di questi amici, allora.
“Ci saranno sicuramente J-Ax, Rose Villain, i Punkreas, Davide Autelitano dei Ministri, Naska, o quei Dari che nei nostri anni di massima esposizione mediatica hanno fatto cose importanti per la Mtv Generation. Ma le sorprese non finiscono qui. Sarà bello vedere sul nostro palco gente che il Forum non l’ha mai fatto accanto ad altri che lo conoscono come le loro tasche. Scenari che fino ad un anno fa potevano sembrare per noi una specie di metaverso e che invece ora si realizzano. Di questo siamo grati al pubblico, ma anche a noi stessi per il buon lavoro fatto”.
“Diventerai una star” e “Fumo e cenere” con chi le condividerete?
“Quelle le canteremo col pubblico perché non sono più nostre, ma della gente. Noi faremo solo da megafono”.
Quasi vent’anni fa, quando provaste l’ebbrezza di quel palco da “abusivi” prima di un concerto di Max Pezzali, ve la sareste mai immaginata una notte del genere?
“Assolutamente no. C’è da dire che abbiamo realizzato questo sogno quando ormai non ci pensavamo quasi più. Ricordo come se fosse ieri quell’esibizione del 2005 prima di Max, col nostro manager di allora Pier Paolo Pieroni annunciarci al pubblico come quattro “ragazzi” di Legnano e di Arconate alla loro prima esperienza importante e, pertanto, bisognosi di sostegno. Le fiamme sulla pelle di quella notte le sento ancora. E m’incuriosisce scoprire se la settimana prossima, con vent’anni di carriera sulle spalle, bruceranno allo stesso modo o in maniera diversa”.
La chiusura ideale di un anno così importante potrebbe essere…
“Una canzone per Sanremo l’avremmo. È molto forte e ci stiamo lavorando. Visto che parliamo della Champions League della canzone, la nostra candidatura partirebbe un po’ da “underdog”. Il Festival, infatti, l’abbiamo fatto nel 2008, ma era un’altra cosa. Nettamente meno “contemporaneo” e prestigioso. Vediamo come va”.
Fosse che fosse, chi vi piacerebbe ospitare all’Ariston la sera delle cover?
“Probabilmente un amico come Edoardo Bennato o Max Pezzali, qualcuno insomma che è stato capace di lasciare un’impronta sulla musica italiana creando con la propria personalità e la propria storia un vero e proprio immaginario nella testa delle persone”.