SIMONA BALLATORE
Cultura e Spettacoli

Sguardi sulla città che cambia. Dalle invenzioni alle sfide sociali, ecco le transizioni di Milano immortalate in 200 fotografie

Il coraggio della ricerca tra illuminazione pubblica, mezzi di trasporto e battaglie per i diritti. Le tante rivoluzioni milanesi raccontate in una mostra da Politecnico e Fondazione Ansaldo

Le casalinghe milanesi sperimentano i primi elettrodomestici per alleviare la fatica dei lavori domestici

Le casalinghe milanesi sperimentano i primi elettrodomestici per alleviare la fatica dei lavori domestici

Milano, 17 febbraio 2025 – Spazio Guido Nardi, Politecnico di Milano: qui parte un viaggio nella storia e nelle svolte tecnologiche della città che hanno avuto un impatto sull’industria ma anche sulla vita dei milanesi. La mostra itinerante “Transizioni. Impresa - Lavoro - Società“ resterà aperta al pubblico fino a venerdì (l’ingresso è libero). Dopo il suo debutto a Genova, nel 2022, Fondazione Ansaldo (che custodisce il più grande archivio d’impresa d’Italia) insieme al Politecnico l’ha riallestita in via Ampère, con un focus su Milano grazie alla collaborazione con la Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni e ad altre imprese e fondazioni, che hanno messo a disposizione materiale fotografico e audiovisivo insieme alla Società del Giardino e alla Biblioteca Famiglia Meneghina. “L’idea è unire sempre di più società civile e ateneo – spiega Ingrid Paoletti, delegata del rettore per le mostre e gli eventi –. Con Fondazione Ansaldo raccontiamo l’intersezione tra la cultura e l’evoluzione della società, l’industria, la vita studentesca. In ogni sala si vede come il cambiamento della società spinga verso ricerche e necessità che vengono “prese“ dall’industria e dall’università, che cercano di rispondere portando innovazione nel tessuto sociale”. Si comincia dalla fine dell’Ottocento - quando nascono sia l’Ansaldo che il Politecnico - per ripercorrere tutto il ’900 in 200 fotografie, 50 pannelli di testo, 24 opere d’arte e postazioni video. 

Da sinistra, Lorenzo Fiori e Ingrid Paoletti
Da sinistra, Lorenzo Fiori e Ingrid Paoletti

Un percorso nella storia

“È una mostra da leggere e da vedere. Si scopre come cambia il lavoro, si ricordano le conquiste sociali, si abbraccia l’aspetto urbanistico – sottolinea Lorenzo Fiori, già direttore di Fondazione Ansaldo, presidente della Società del Giardino e tra i curatori della mostra –. L’obiettivo è culturale: ripercorrere le transizioni tecnologiche, tra luci e ombre, per diffondere messaggi valoriali, ovvero il coraggio della sfida, della ricerca, dell’eccellenza, del sacrificio per riuscire a produrre cambiamenti”. Dal primo battello lacustre inventato da Giovanni Ansaldo alle linee ferroviarie, con quel fermento che da Genova si allarga verso Milano. “Dove l’accelerazione sarà maggiore – ricorda Fiori –: qui nasce anche la tipografia moderna, nel 1864 si inaugura la Stazione Centrale in piazza della Repubblica. Nasce il Politecnico, allora Regio Istituto tecnico superiore, insieme alle prime iniziative di impresa milanesi, come la Breda e la Pirelli, spinta dai fondatori dell’ateneo a sperimentare nuovi materiali come la gomma”.

Prime prove d'illuminazione della Galleria Vittorio Emanuele
Prime prove d'illuminazione della Galleria Vittorio Emanuele

La piccola New York

In mostra c’è il dipinto di Giovanni Canella del 1870, in prestito dalle Gallerie d’Italia, che ricorda un altro simbolo di quegli anni: la Galleria Vittorio Veneto. C’è la Milano che “accende“ le luci, “secondo esempio dopo New York”, ricorda Fiori. E che diventa faro per le battaglie contro il lavoro minorile e per l’emancipazione delle donne, con Anna Maria Mozzoni e Paolina Schiff. C’è la città che attira lavoratori dalle campagne, che fa i conti con la miseria, che deve reinventarsi. Nel percorso si può vedere il primo piano regolatore di Milano, il Piano Beruto. Si passa da Piazza 6 febbraio e dal “Palazzo delle Scintille“, che “ha avuto tante differenti destinazioni d’uso: qui nasce la Fiera campionaria e si ritrova lo spirito milanese “laurà, laurà, laurà“ che abbiamo visto recentemente con la fine della grande paura e il più grande centro vaccinale d’Europa”.

Dai trasporti all’lluminazione

Si inquadra l’impatto del fascismo, della prima e della seconda guerra mondiale, di bombardamenti, ricostruzione e boom economico. Si ricordano le innovazioni approdate tra le pareti di casa, con gli elettrodomestici come la “Elettrosguattera“, la prima lavastoviglie prodotta dalla Cge di Milano nel 1924. Si passa dall’acciaio della Centrale di Milano e dei grattacieli (col Pirellone che unì il calcestruzzo) agli anni di piombo. Si raccontano le svolte nei trasporti fino alla prima metropolitana di Milano che dal 1963 collega la cittadella degli operai, Sesto San Giovanni, allo stadio di San Siro. Ci si affaccia sul mondo dell’elettronica, della robotica, fino a sfiorare quello dell’informatica, che meriterebbe un altro viaggio. Questo si chiude con un tesoro: “il polittico Epigenesi di Jonathan Guaitamacchi – spiega Ingrid Paoletti – composto da sette opere di grande formato che raccontano come funziona la macchina e com’è stata realizzata”. Per proiettarsi verso future invenzioni. “In un’epoca in cui la tecnologia evolve a un ritmo senza precedenti – sottolinea la rettrice Donatella Sciuto – è fondamentale ragionare sul passato per trarre insegnamenti utili a costruire un domani migliore”.