Milano – Si riaccende la città, manca poco. E il merito è tutto del Fuorisalone o, meglio, dei distretti, che durante la design week (in programma dal 17 al 23 aprile) riaprono spazi solitamente chiusi, case private che meritano di essere viste, cortili nascosti dietro a muri altissimi, vecchie archeologie industriali, e strutture abbandonate con un loro fascino dato dal tempo. Una grande abbuffata, non indigesta, di design in tutte le sue forme e in tutte le sue emozioni.
Viaggio fra mille suggestioni
Ci sono le zone che hanno fatto la storia della design week: Brera, Tortona e la Statale. A cui si sono aggiunte le quelle nate negli ultimi anni, come Porta Venezia (da questa edizione), Isola, 5 Vie e la piattaforma nomade di Alcova, che i luoghi li scopre e li riporta in vita, anche solo per una settimana, a partire dalla valorizzazione dei grandi complessi abbandonati.
Brera è il distretto dei palazzi storici colonizzato oggi dalla grandi aziende di arredo e design alla ricerca ancora di un briciolo di quell’aria bohèmienne descritta da Luciano Bianciardi nella “Vita Agra”, del Bar Jamaica.
I temi di quest’anno
Il tema di riflessione di questa edizione del design district è “costruire il futuro“, (possibilmente in modo luminoso e positivo) dicono i due fondatori Paolo Casati e Cristian Confalonieri di Studiolabo.
Tra i progetti da non perdere, “Dry Days, Tropical Nights” di glo, dell’artista Agostino Iacurci. Una grande installazione in largo Treves, nella ex sede della direzione politiche sociali del Comune, prossima alla demolizione. L’ultima occasione, quindi, di varcare per la prima volta la soglia dello storico edificio in Brera, che dopo il Salone del Mobile, verrà abbattuto per far spazio a nuovi progetti immobiliari. E poi Alcova, che rianima l’ex Macello di viale Molise, anche questo grande complesso, dopo la settimana del design sarà abbattuto per lasciare posto a un progetto targato Ied.
La Statale, invece, mette in campo una serie di allestimenti curati da Gilda Bojardi. L’edizione ha come titolo Design Re-Evolution: installazioni scultoree e micro architetture che escono dagli spazi della Statale e invade l’Orto Botanico di Brera, la Torre Velasca, Eataly Milano Smeraldo con lo scopo di indagare la felice interazione tra essere umano e ambiente.