Milano – Segnali si erano già visti nella scorsa primavera, in concomitanza con la Biennale di Venezia e Miart, e l’apertura di un pop-up della neyworkese Lehman Maupin, in via della Spiga. E adesso si ha la conferma che “le strade dell’arte” internazionale portano a Milano, con l’annuncio rimbalzato sulle riviste specializzate, dell’arrivo di un “big” come Thaddaeus Ropac, gallerista austriaco che sbarca a Milano con una super galleria (280 metri quadrati) che aprirà i battenti nel prossimo autunno a Palazzo Belgioioso (progettato dal Piermarini, teatro anche del suicidio di Raul Gardini nel 1993, ai tempi dell’inchiesta di Mani pulite), a pochi passi dal Teatro alla Scala e dalla Casa di Manzoni. Edificio considerato uno degli esempi più belli di architettura neoclassica in città. Insomma, Milano è attrattiva per collezionisti e super ricchi anche per motivi economici.
Lo scorso novembre il gallerista londinese aveva anticipato ad Artsy l’intenzione di aprire a Milano un ufficio e una galleria, tra gli altri motivi “perché l’Italia ha sostituito l’Inghilterra come paradiso fiscale all’interno dell’Unione Europea”. Oltre poi a giustificare la scelta di Milano, rispetto alla Capitale, “perché Roma non ha la stessa energia”. E se lo dice lui che ha fatturato oltre 48 milioni di euro nel 2021 solo per la sua galleria londinese (cifra che viene solo superata dal suo fatturato all’estero), c’è da fidarsi. Finora, dalla sua prima galleria di Salisburgo, poi Parigi, Seul, non ha sbagliato un colpo. Il momento pare quello giusto.
Pensando anche alle Olimpiadi Milano-Cortina del 2026, appare più che favorevole. Nella scuderia di Ropac ci sono artisti come Anselm Kiefer, un protagonista assoluto dell’arte contemporanea che come ha annunciato il sindaco Beppe Sala, nel febbraio 2026 in occasione dei Giochi Olimpici invernali, realizzerà una straordinaria installazione site-specific nella sala delle Cariatidi a Palazzo Reale.
Quest’anno, poi, ricorre il centenario della nascita di Robert Rauschenberg, artista di cui Ropac rappresenta il lascito e al quale il Museo del Novecento dedicherà una mostra in primavera in dialogo con altri artisti italiani. Milano come capitale culturale, polo europeo dell’arte. Il gallerista in alcune dichiarazioni riportate da “Il giornale dell’arte“ pare ottimista. “Milano è crocevia d’Europa, l’Italia cuore pulsante del continente: un Paese che ha profondamente plasmato l’evoluzione dell’arte nel corso dei secoli e dove sono nati movimenti artistici moderni cruciali. Abbiamo sempre avvertito la mancanza dell’Italia nella nostra costellazione di gallerie europee, ritenendola importante per la nostra crescita internazionale e per lo sviluppo dei nostri artisti. Molti di loro hanno realizzato in Italia grandi mostre istituzionali con progetti inediti e ora, con la nostra nuova galleria, potremo realizzare le prime mostre in Italia di altri nostri artisti”.
Al timone della galleria milanese è stata scelta Elena Bonanno di Linguaglossa che ha subito fatto saper di “ammirare” la selezione di artisti rappresentati dalla galleria e anche l’estro visionario di Thaddaeus, amatissimo da tutti gli artisti che rappresenta.