Milano, 21 febbraio 2020 - Rotolato giù dalle scale a Sanremo in diretta tv (ma si trattava di un sosia), Ghali è riemerso ieri sera in un locale dei Navigli per presentare il nuovo album “Dna”, da oggi nei negozi. "La messa in scena dell’Ariston è nata da un’idea del mio team per giocare con la metafora del cadere e rialzarsi con la testa piena di sogni dietro la maschera che indossiamo tutti i giorni; un po’ lo stesso significato della copertina del disco", spiega il rapper di Baggio, che domani presenterà “Dna” alla Mondadori di piazza Duomo (alle 15) e il 5 marzo da Varese Dischi (alle 16.30) e che all’Ariston per il gioco di maschere s’è avvalso del tocco artistico di Valentina Visintin, ideatrice pure della trasformazione di Pierfrancesco Favino in Craxi nel film “Hammamet”. "Quello rotolato sul palco è il Ghali che a 26 anni s’è ritrovato dal nulla ad avere tutto ed è stato travolto dal successo, perdendo il contatto con i suoi amici, col suo quartiere, con quelle metropolitane in cui scriveva la sua musica. Un Ghali che solo un altro Ghali sarebbe riuscito a far rialzare".
Lei l’ha fatto con “Dna”. "Oggi che si fanno dischi ogni otto mesi, io ci ho messo tre anni a finire il mio. Mamma, fidanzata e amici erano preoccupati che, preso da mille impegni, non riuscissi a scrivere; poi, quando è saltato fuori l’album, sono rimasti sorpresi. Alcune cose mi sono venute in mente ad Ibiza, altre a Rio de Janeiro, Atlanta, Los Angeles, altre ancora a New York, Marrakech, Londra, Parigi". Come lo definirebbe? "Un disco bello colorato. Fra gli ospiti, infatti, MrEazy è nigeriano, Soolking franco-algerino, Salmo italiano, mentre Tha Supreme non ha una lingua ed è forse il bene più prezioso che abbiamo oggi da proteggere". Mai pensato di andare al Festival in competizione? "Sono onorato e contentissimo di essere stato chiamato come super-ospite, ma la mia gara la faccio fuori dall’Ariston. Ed è una gara continua, per strada, in studio, in tour. Portare la mia musica lì è stato un atto di fierezza per i miei fan e per il mio quartiere. Volevo fare una bella figura e spero di esserci riuscito". Ha sbagliato il suo amico Salmo a tirarsi indietro dal Festival? "Non so se il suo pubblico l’avrebbe voluto vedere lì, perché non so se il racconto di Salmo si addice a Sanremo. A me, però, quel palco ha fatto molto bene". Cosa ha preparato per il ritorno l’8, il 9 e il 10 maggio al Fabrique? "Nell’album ci sono delle tracce molto da club mentre altre “stadiofoniche”, come le chiamo ma anche da musical, teatrali, come ad esempio “Fallito”. Dal vivo aumenteremo la realtà di ognuna. Un po’ come avveniva nei palazzetti, anche se in chiave più intima. E con più sorprese. Giocando e divertendoci sul palco". Che sensazione vorrebbe regalare al pubblico? "Quella che Stromae ha regalato a me quella volta che lo vidi al Forum. Quelle del Fabrique saranno le sole date italiane, perché poi vorrei andare a cantare in Europa". Lei è fidanzato con un’altra persona nel fuoco dei media come la super modella Mariacarla Boscono. Non teme l’effetto Ferragnez? "Tra me e lei non c’è quel tipo di rapporto in cui uno non tira la volata all’altro. Facciamo entrambi il nostro lavoro in modo molto artistico, ma i miei mondi non entrano nei suoi e viceversa".